Contributi post terremoto percepiti senza diritto ad Ascoli: l'Agenzia delle entrate inizia la riscossione coattiva

Contributi post terremoto percepiti senza diritto ad Ascoli: l'Agenzia delle entrate inizia la riscossione coattiva
ASCOLI - L’Arengo passa la palla all’Agenzia delle entrate, quindi alla fase di riscossione coattiva, per recuperare somme ancora non restituite da cittadini che...

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ASCOLI - L’Arengo passa la palla all’Agenzia delle entrate, quindi alla fase di riscossione coattiva, per recuperare somme ancora non restituite da cittadini che avevano percepito i Contributi di autonoma sistemazione post terremoto senza averne, secondo l’ente, diritto. In tale direzione, l’amministrazione comunale aveva inviato loro una richiesta di pagamento con relativa scadenza per regolarizzare le proprie posizioni, rimborsando le cifre incassate ma secondo il Comune non dovute; però c’è chi non ha provveduto ai versamenti ignorando la sollecitazione dell’ente.

 

Ecco, quindi, la decisione – attraverso il servizio Cas del settore Benessere della persona – di procedere con l’iscrizione a ruolo e, quindi attivando le procedure di recupero coattivo, di una somma pari a oltre 41mila euro che alcuni cittadini non hanno restituito e di interessare l’Agenzia delle entrate-riscossione. Un’ulteriore azione dell’Arengo nella direzione di recuperare somme che l’ente ritiene indebitamente percepite, dopo che già in passato erano state segnalate all’autorità giudiziaria e alla guardia di finanza circa 75 posizioni ritenute irregolari.

Dopo aver visto inutilmente scadere i termini previsti per il pagamento delle somme da restituire, da parte di alcuni cittadini beneficiari del Cas pur non avendone, secondo l’ente, alcun diritto, l’Arengo ora ha deciso di mettere nelle mani dell’Agenzia delle entrate queste situazioni di mancata restituzione delle somme quantificate in oltre 41mila euro. L’obiettivo è procedere attraverso l’iscrizione a ruolo di tali somme e procedere, senza ulteriore sollecito ai beneficiari, con le forme di riscossione coattiva e, quindi, possibili decreti ingiuntivi. Un’operazione tesa a recuperare le somme nel rispetto anche dei criteri di erogazione del contributo per evitare che i sostegni economici vadano anche a chi non ne avrebbe diritto. Va detto, inoltre, che proprio sul fronte dei controlli dell’Arengo sui Cas, gli uffici preposti avevano fatto registrare, nel 2021, circa 150 casi di revoche a seguito di verifiche o per rinuncia degli stessi beneficiari non aventi più diritto. E su questo fronte erano complessivamente circa una ventina i ricorsi presentati da alcuni dei percettori del contributo, che se lo sono visti togliere dall’Arengo, facendo valere le proprie ragioni. In tal senso, diversi pronunciamenti si sono già registrati, da parte del Tribunale di Ascoli, a favore dell’amministrazione comunale. E qualcuno dei ricorrenti ha deciso di rivolgersi anche alla Corte di appello di Ancona. 



L’ottobre scorso, su indicazioni dell’Ufficio del commissario per il sisma, si è proceduto con l’azzeramento di tutte le posizioni dei percettori di Cas e l’obbligo per tutti di presentare una nuova domanda per continuare a beneficiare del contributo. Alla scadenza dei termini, sono risultati 701 i richiedenti, in linea con i numeri di percettori prima delle richieste di rinnovo. Un numero ancora molto alto di istanze per il contributo autonomo di sistemazione per continuare a percepire il sostegno economico e garantirsi la copertura del canone d’affitto da pagare per un alloggio temporaneo. Per la precisione, sono risultati solo 5 in meno, i richiedenti, rispetto alla precedente tornata di rinnovo avvenuta prima del Covid. E se quasi tutti sono riusciti a ripresentare le domande, nonostante le difficoltà legate alla nuova piattaforma digitale prevista, lo si deve anche ad un consistente lavoro degli uffici dell’Arengo che su input del sindaco Marco Fioravanti e dell’assessore alle politiche sociali Massimiliano Brugni, hanno informato tutti i precedenti beneficiari, supportandone molti anche nella presentazione delle domande. Il tutto per evitare che magari chi ne avesse realmente diritto potesse perdere l’importante sussidio. Ma, parallelamente, si sono affiancate anche le verifiche su potenziali non aventi diritto.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico