La proposta che divide Ascoli: «Spostiamo il Carnevale a maggio, sarà da traino alla Quintana»

La proposta che divide Ascoli: «Spostiamo il Carnevale a maggio, sarà da traino alla Quintana»
ASCOLI -  Il Covid metto ko il Carnevale. E allora perché non provare a posticiparlo di qualche settimana? L’emergenza sanitaria colpisce ancora: per il secondo...

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ASCOLI -  Il Covid metto ko il Carnevale. E allora perché non provare a posticiparlo di qualche settimana? L’emergenza sanitaria colpisce ancora: per il secondo anno di fila le maschere ascolane sono costrette ad alzare bandiera bianca. Ma nel frattempo c’è anche chi pensa all’idea di un Carnevale a maggio.

 

«Sarebbe un modo per mantenere la tradizione dopo due anni in cui il virus lo ha impedito. Se in quel mese la situazione fosse più tranquilla perché non pensarci?», si chiede Paride Vagnoni, noto ristoratore ascolano, protagonista di tante edizioni ed ex presidente di Consefercenti. 


La Quintana
«A luglio e agosto sarà tempo per gli eventi legati alla Quintana e Sant’Emidio, poco prima dell’estate invece potrebbe esserci spazio. D’altra parte quest’anno martedì grasso sarebbe caduto a marzo: si tratterebbe di spostare la data di due mesi o poco più», aggiunge Vagnoni. La bella stagione potrebbe essere di aiuto: «Non farebbe freddo: la possibilità a maggio consentirebbe mascherate anche migliori. Ci sarebbe maggiore spazio per la bellezza e la fantasia dei tanti gruppi». La proposta secondo Vagnoni potrebbe dare ossigeno all’intera città, soprattutto per quanto riguarda il lato economico e turistico. «Sarebbe l’occasione di dare un nuovo impulso dopo questi lunghi periodi di difficoltà: un sostegno anche a chi ancora sta pagando con grossi sacrifici tutte le restrizioni e le chiusure degli ultimi tempi», dichiara. Il Carnevale a maggio sarebbe anche sinonimo di ripartenza: «La pandemia ha già fatto saltare tutti i nostri punti fermi: penso anche alla mancata edizione passata, al Capodanno che non c’è stato – commenta Vagnoni -. Non dovrà essere così per sempre: le tradizioni rimangono, siamo ancora vivi». E della stessa opinione è anche uno delle storiche star del Carnevale ascolano: Zè Migliori. «Un’edizione a maggio, perché no? Magari ristretta ad un paio di giornate. Non credo possa recar danno a qualcuno, poi non penso sia d’obbligo. Chi vuole, partecipa. Sarebbe un modo per non darla vinta al Covid. E poi anche una sorta di allenamento per la prossima edizione», commenta Migliori, il re dell’oliva ascolana, già presidente anche dell’associazione Il Carnevale di Ascoli. Da altre parti d’Italia il Carnevale si svolge d’estate, in alcuni luoghi come ad esempio Fano è stato deciso lo slittamento della manifestazione a luglio. 


La connotazione


C’è da sottolineare come Ascoli abbia una sua connotazione precisa, con un evento unico, particolare e diverso rispetto a tutte le altre realtà, dove le piazze si trasformano in teatri a cielo aperto con maschere e spettatori coinvolti le une con gli altri. E per alcuni anche l’aspetto religioso ha il suo peso. «Pensare di farlo in un altro periodo dell’anno non avrebbe molto senso. C’è una temporalità da rispettare. Credo sia necessario mantenere alcuni legami: il Carnevale ha senso perché poi ci sono le Ceneri, la Quaresima. Anche la stessa Quintana è così, perché si lega alla tradizione religiosa. Abbiamo una storia e la dobbiamo curare», così afferma Marco Regnicoli, un altro degli attori principali della manifestazione. «Farlo a maggio o giugno sarebbe un’altra cosa, sarebbe una specie di Carnevale estivo, ma con la nostra città non ha nulla a che vedere. Quello di Ascoli ha una tradizione, un valore e una sua unicità: un vero e proprio teatro di strada. Non possiamo svenderlo così» conclude il caposestiere di Porta Maggiore. 

 

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Corriere Adriatico