ASCOLI - Davanti al giudice per le indagini preliminari, Giuliana Filippello, si sono svolti ieri pomeriggio gli interrogatori di garanzia dei due sottufficiali dei carabinieri...
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. Il Gip, come primo atto d'ufficio, ha proceduto alla convalida del loro arresto. L’ex comandante della stazione di Monsampolo Francesco De Palo, avendo problemi cardiaci, resterà agli arresti domiciliari mentre il suo vice, Antonio Cianfroni, invece, è tornato in carcere. L’ avvocato di fiducia, Stefano Cicconi, ha già presentato la richiesta di concessione di una detenzione meno afflittiva rispetto alla detenzione carceraria. Cianfroni, dal momento in cui De Palo si era messo in malattia, aveva assunto il comando della stazione di Monsampolo. Dall'inizio dell’anno quindi aveva potuto godere dell'agevolazione di poter alloggiare nell'appartamento della caserma di Monsampolo. Dopo i fatti che si sono verificati, però, è sorto un problema logistico. Qualora il giudice dovesse concedergli gli arresti domiciliari, sarà necessario trovare un altro alloggio per evitare che vivendo all'interno della caserma possa venire a contatto con i colleghi. Cianfroni non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha ammesso le proprie responsabilità in alcune circostanze che gli vengono contestate, respingendone altre. Dall’inchiesta emergerebbe che lui e De Palo non abbiano mai agito in concorso, quindi ognuno aveva i suoi collegamenti. A seguire è entrato Francesco De Palo il quale, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Abbiamo scelto di comune accordo - ha sottolineato l’ avvocato, Alessandro Angelozzi - di assumere tale decisione in quanto ritengo che sia indispensabile, prima di tutto, leggere le tremila pagine dell'ordinanza". Il voluminoso documento consta di numerose intercettazioni ambientali ma soprattutto riporta le testimonianze di almeno dieci persone che sarebbero rimaste vittime delle richieste dei due sottufficiali. Il reato principale che viene loro contestato è la concussione. Oltre a denaro i due sottufficiali avrebbero richiesti anche prodotti alimentari per le loro famiglie. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico