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ASCOLI - Da domani sarà presente in città e nelle frazioni il camper sanitario, il nuovo sistema di assistenza e cure della popolazione sul territorio. Dalle 8 alle 12 saranno erogati alcuni servizi sanitari alla popolazione come l’elettrocardiogramma, holter pressorio, prestazioni infermieristiche, misurazione dei parametri vitali oltre che altri servizi importanti come i tamponi Covid-19 e i prelievi del sangue. Il progetto è una partnership tra il Comune di Ascoli e la cooperativa “Il Picchio”.
Domani si inizia dal circolo ricreativo e culturale Porta Solesta, giovedì 25 al circolo socio culturale Santori a Brecciarolo. Lunedì 29 novembre a Mozzano in largo Piermanni.
«Stiamo attraversando un momento di difficoltà sanitaria non indifferente e le persone evitano di andare dal medico o in ospedale: grazie a questa progettualità andremo noi dalle persone - dichiara l’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Brugni. - Vogliamo dare una risposta ai cittadini per offrire un check up. Non a caso abbiamo scelto le frazioni, che sono distanti dal centro che è più servito dai medici di famiglia. Insieme al sindaco lo riteniamo un servizio fondamentale e per il futuro possiamo pensare di allargare queste attività».
«Il progetto vuole offrire alle persone fragili delle prestazioni che possono reperire con difficoltà perché distanti dalla propria abitazione. Portiamo un minimo di prevenzione a chi è più lontano da questi servizi. Il finanziamento del progetto arriva dalla Regione ma abbiamo compartecipato perché crediamo nell’offerta dei servizi socio-sanitari» aggiunge il vicepresidente della cooperativa Il Picchio, Franco Bruni. La responsabile del progetto Michela Arragoni sottolinea che «la pandemia ha fatto emergere dei bisogni già presenti da anni che sono quelli di prendere in carico gli utenti dal proprio domicilio ed evitare il riacutizzarsi di patologie croniche. C’è la necessità di fare prevenzione ed intercettare i bisogni prima che si manifestino quando possibile. Si parla di medicina d’iniziativa con i medici che raggiungono gli utenti sul territorio e, dove possibile, anche a domicilio. A supporto c’è la telemedicina che con la rete, consente il contatto tra utente e medico di famiglia. Ad oggi il tasso di accesso al camper è stato molto alto, sopratutto nei Comuni più lontani. Abbiamo già ipotizzato delle giornate dedicate completamente alla prevenzione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico