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ASCOLI - La storica pasta Pierina in onore della moglie di Silvio Meletti, il cappello del prete, la mitica “barchetta” e il “diplomatico” saranno nuovamente sfornati dal rinomato Caffè Meletti in stile liberty, con una produzione artigianale autoctona. Dopo quasi tre lustri, quindi, il Caffè Meletti potrà contare su un proprio laboratorio in centro storico dove realizzare le famose paste che nello scorso secolo comparivano su molte tavole degli ascolani a fine pranzo.
Dopo la riapertura nel 2011 per lavori di ristrutturazione durati un anno e mezzo, per la prima volta lo storico locale che si affaccia su piazza del Popolo non ha avuto più un laboratorio suo al servizio del Caffè.
Un onere che la nuova gestione non voleva accollarsi. La società Caffè Meletti Srl, quindi, ha dovuto quindi percorrere una strada diversa. Una scelta, che fece storcere il naso a molti ascolani abituati alle tradizionali paste del Meletti, da portare a casa la domenica mattina come degna conclusione del lauto pranzo. Ora il nuovo corso societario ha dare una sterzata al passato con un ritorno al passato. Una scelta coraggiosa, indubbiamente, ma che va nel solco della tradizione ascolana e in particolare del suo caffè simbolo per eccellenza, il Meletti.
Nel recente passato il Meletti ha ricevuto un doppio riconoscimento alla prestigiosa vetrina del Bea di Milano richiamando l’attenzione di note aziende internazionali al capoluogo piceno, scegliendolo come una possibile location di convegni. Il fatturato è aumentato del 15% nel 2018 e di un ulteriore 7% nel 2019. Poi la batosta del Covid ha arrestato l’ascesa.
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Corriere Adriatico