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ASCOLI - È stato sorpreso con la droga vicino a una scuola dagli agenti della squadra mobile di Ascoli. Ad essere denunciato è stato un minorenne finito nella rete dei controlli che gli uomini guidati dal dirigente Vincenzo Alfano, eseguono ogni settimana nelle vicinanze degli istituti scolastici, dei parchi e nei luoghi di aggregazione maggiormente frequentati dai giovani per cercare di mettere un freno all’uso e al traffico di sostanze stupefacenti.
In uno di questi servizi di routine, un minorenne è stato fermato dagli agenti e trovato in possesso di oltre un etto di hashish, buona parte frammentato in piccoli pezzi e un bilancino di precisione. Per il giovane è dunque scattata la denuncia da parte della Procura del tribunale per i minorenni di Ancona ed il giudice per indagini preliminari dello stesso tribunale ha emesso nei confronti del ragazzo una delle misure cautelari previste e che, a seconda delle gravità dei casi: prescrizioni, permanenza in casa oppure collocamento in comunità.
La recrudescenza
Una recrudescenza della criminalità minorile evidenziata proprio dal procuratore della repubblica del tribunale dei minori, Giovanna Lebbroni, dopo che in dieci giorni, durante il mese di gennaio, si sono rese necessarie misure cautelari per sei giovani che si sono resi responsabili su tutto il territorio regionale di episodi di violenza significativi. «Da un paio d’anni si rileva un aumento significativo dell’aggressività - sottolinea il sociologo Nello Giornani -.
Le cause
Le cause, in questi fenomeni sociali, sono molteplici: «Tra questi c’è sicuramente il fatto che viviamo nel mondo digitale, abbiamo accesso a media di massa che in qualsiasi momento della giornata ci propongono atti violenti. Accade così che il modello da imitare, soprattutto dai giovani è il modello vincente che usa la violenza». Preoccupante anche l’uso degli stupefacenti poichè, anche in questo caso, dai dati regionali che l’età in cui si comincia a far uso di sostanze si è abbassato ai giovani tra gli 11 e i 12 anni. «Tutto ciò è sinonimo di modello negativo - sostiene Giordani - e a fornire i modelli sono gli adulti poiché i giovani non si rendono conto delle differenze tra uso ed abuso».
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Corriere Adriatico