Bollette dell'acqua, ridotti i rincari dal 25% al 7,5% ma i sindaci si spaccano in assemblea

Bollette dell'acqua, ridotti i rincari dal 25% al 7,5% ma i sindaci si spaccano in assemblea
ASCOLI - L’assemblea dell’Ato approva l’aumento della tariffa dell’acqua per il 2023 ma congela il conguaglio per il 2022. Una decisione che scaturisce al...

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ASCOLI - L’assemblea dell’Ato approva l’aumento della tariffa dell’acqua per il 2023 ma congela il conguaglio per il 2022. Una decisione che scaturisce al termine di una riunione preceduta da aspre polemiche e dure prese di posizione.

 

Ne è testimonianza il documento firmato da venti sindaci (Castorano, Folignano, Force, Grottammare, Montelparo, Monteprandone, Offida, Ripatransone, Rotella, Spinetoli, Acquasanta, Appignano, Arquata, Comunanza, Castignano , Montegallo, Palmiano, Roccafluvione, Venarotta) che avevano chiesto con forza la ricerca di soluzioni alternative per non gravare sulle famiglie


La stangata

Il timore era quello che da gennaio il rincaro in bolletta sarebbe stato di circa il 16% poichè si sarebbe applicato un +8,46% a conguaglio sui consumi dell’anno in corso ed un ulteriore 7,5% da applicare sui consumi del prossimo anno. I venti primi cittadini, inoltre, hanno ritenuto fuori luogo la proposta della Ciip di aumentare le tariffe dal momento che sono molti i cittadini che stanno attraversando un momento di difficoltà. Una presa di posizione che però non era condivisa da altri sindaci, a cominciare da quelli dei comuni più grandi quali Ascoli, San Benedetto e Fermo. Aumentare la tariffa, infatti, veniva ritenuto necessario per dare la possibilità alla Ciip di poter rispettare il Piano d’ambito e garantire gli investimenti sul territorio di propria competenza. Tanto più necessario per rispondere aall’Arera - ovvero l’autorità di garanzia per l’energia elettrica, acqua e gas - che aveva chiesto di applicare gli aumenti per non mettere a rischio i finanziamenti previsti con il Pnrr. In questo clima di contrapposizione tra soci, a partecipare sono stati i sindaci per un totale di quote pari al 55,62%. Ma la svolta si è avuta quando tutti i sindaci presenti, all’unanimità, hanno presentato un emendamento con il quale si impegnava l’Ato a congelare il conguaglio del 2022 e applicare quello per il 2023.


L’impegno


L’impegno è quello di rincontrarsi a primavera del prossimo anno per valutare la situazione finanziaria della Ciip e l’evolversi della crisi. Qualora dovessero arrivare sovvenzioni o finanziamenti importanti, si potrebbe decidere anche di non procedere con il calcolo del conguaglio relativo all’anno in corso. Al momento del voto, sono stati due i sindaci che hanno votato contro l’aumento delle tariffe: quello di Comunanza, Alvaro Cesaroni e il primo cittadino di Castel di Lama Mauro Bochicchio (ma gli altri firmatari del documento non hanno votato). Favorevoli, tutti gli altri, per un totale di oltre il 52% delle quote con i voti decisivi anche di alcuni sindaci della Vallata del Tronto. Si chiude così una contrapposizione che nelle ultime settimane aveva infiammato l’agone politico con il Pd che, per bocca del suo segretario provinciale Francesco Ameli, aveva aspramente criticato il presidente della Ciip, Giacinto Alati, e il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, nella sua qualità di presidente dell’Ato Rischiando l’effetto boomerang è stato quindi proprio Fioravant a rimodulare gli aumenti proponendo una importante sforbiciata rispetto alla primissima ipotesi di aumento. Ipotesi sulla quale si sono trovati d’accordo anche i sindaci di San Benedetto e Fermo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico