"Binni è innocente e va liberato" La difesa pronta per la Cassazione

"Binni è innocente e va liberato" La difesa pronta per la Cassazione
ASCOLI - E' fissata per il prossimo 14 ottobre l'udienza davanti ai giudici della Cassazione per discutere il ricorso presentato dai difensori di Alvaro Binni, il tecnico...

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ASCOLI - E' fissata per il prossimo 14 ottobre l'udienza davanti ai giudici della Cassazione per discutere il ricorso presentato dai difensori di Alvaro Binni, il tecnico della questura di Ascoli accusato dell'omicidio di Rossella Goffo.


Tra una settimana, dunque, si aprirà l'ultima fase dell'iter processuale che vede coinvolto il quarantaseienne ascolano condannato in primo grado a sedici anni di carcere, pena confermata anche dai giudici della corte d'assise d'appello di Ancona che lo hanno ritenuto responsabile della morte della funzionaria della prefettura di Ancona con la quale lo stesso Binni aveva avuto una relazione extraconiugale.



Annuncia battaglia davanti ai giudici della Suprema Corte il difensore di Alvaro Binni, l'avvocato Pasquale Bartolo. "Quanto gli viene addebitato è inaccettabile se si prende come parametro il ragionevole dubbio - ha spiegato il cassasionista romano -. Il fatto che tra Binni e la Goffo ci sia stata una relazione sentimentale di per sé non prova nulla". Molteplici, vengono quantificati dall'avvocato Bartolo, sono gli elementi su cui ha basato il ricorso in Cassazione impugnando la sentenza di secondo grado.



"Non si capisce la responsabilità - sostiene il difensore di Binni - non si sa quando è deceduta la donna, quando è stata sepolta, non è stata trovata nessuna traccia di Binni sugli indumenti della Goffo, non è stata trovata nessuna traccia della donna nella macchina di Binni. Tutti elementi, questi, che non ci convincono e che ci hanno indotto presentare ricorso".



Il tecnico della questura si è sempre dichiarato innocente e di non aver commesso l'omicidio. I suoi difensori, gli avvocati Sabatino Ciprietti e Pasquale Bartolo, nel corso del processo del processo di primo grado ed anche durante l'Appello hanno cercato di smontare la ricostruzione fatta dalla Procura su quel che avvenne tra il 4 e il 5 maggio del 2010 nel Bosco dell'Impero - tra Colle San Marco e Colle San Giacomo - dove a distanza di sette mesi il 5 gennaio del 2011 fu ritrovato casualmente il corpo senza vita di Rossella Goffo. Ad incastrare Alvaro Binni, sarebbero stati inoltre i tabulati telefonici e una perizia eseguita dagli esperti del Ros e quelli del Ris dei carabinieri che analizzando le utenze telefoniche di Binni e le celle telefoniche impegnate ha collocato il quarantaseienne ascolano proprio nella giornata del 5 proprio nel Bosco dell'Impero quando a distanza di pochi secondi l'una dall'altra l'ascolano prima riceve una chiamata sul suo telefonino e poi ne effettua un'altra impegnando due ripetitori differenze. Dalla sovrapposizione delle coperture dei due segnali, per gli inquirenti Binni poteva trovarsi solo nel Bosco dell'Impero e stava lì per occultare il cadavere della donna.



Per la difesa invece, il castello accusatorio costruito dalla Procura di Ascoli non avrebbe fondamenta in quanto non sarebbe stato accertato se sia trattato di un omicidio e, soprattutto, se a compierlo sia stato Alvaro Binni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico