ASCOLI - Se fossero passati ulteriori secondi, quattro o cinque, per un neonato di tre mesi non ci sarebbe stato più nulla da fare. Il momento decisivo è stato...
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La vicenda si è verificata in un appartamento ubicato in pieno centro storico dove vivono padre, madre e due figlioletti, uno di tre anni e l’altro, come detto, di tre mesi. La famiglia è di origini macedoni, trasferitasi ad Ascoli per motivi di lavoro. Dopo aver desinato, il padre è andato a riposare mentre la madre è rimasta in soggiorno con i figli, con il neonato che stava dormendo nella culla. Ad un certo punto la mamma è andata in bagno. Quando ne è uscita ha visto il figlio di tre anni che, dopo essere “entrato” nella culla, stava addossato al fratellino impedendogli così di respirare regolarmente.
Con prontezza ha liberato dalla morsa il figlioletto ormai paonazzo in volto e con notevoli difficoltà respiratorie. Presumibilmente il bambino avrebbe voluto giocare con il fratellino senza però rendersi conto che lo stava soffocando. Telefonicamente ha richiesto l’intervento dei carabinieri e di un mezzo di soccorso con a bordo un medico. Quest’ultimo, una volta resosi conto delle gravi condizioni in cui versava il bambino ha allertato l’eliambulanza in previsione del trasferimento del piccolo all’ospedale Salesi di Ancona, attrezzato per le cure dei bambini. Per fortuna, una volta condotto nel reparto di pediatria dell’ospedale Mazzoni il neonato ha reagito prontamente alle cure cui è stato sottoposto per cui non è stato necessario il suo trasferimento nell’ospedale dorico. A distanza di ventiquattro ore dal sue ricovero le condizioni del neonato si erano stabilizzate per cui i pediatri che lo tenevano in cura hanno rassicurato i genitori che nel giro di qualche giorno il loro bambino sarebbe stato dimesso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico