Benzina, un litro costa due euro. Autotrasporto in ginocchio: «Situazione sempre più difficile»

Benzina, un litro costa due euro: autotrasporto in ginocchio. «Situazione sempre più difficile»
ASCOLI -  La guerra in Ucraina ha peggiorato notevolmente la situazione relativa al costo dei carburanti, una spesa che influisce moltissimo nel settore dei trasporti,...

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ASCOLI -  La guerra in Ucraina ha peggiorato notevolmente la situazione relativa al costo dei carburanti, una spesa che influisce moltissimo nel settore dei trasporti, che si trova in una situazione estremamente complicata. L’aumento del costo di gasolio, verde e metano non aiuta la ripresa. E ieri nei distributori ascolani un litro di benzina costa due euro.

 

«La situazione è molto preoccupante perché con il barile che supera ampiamente i 100 dollari, rischiamo ripercussioni non solo sul settore trasporti- evidenzia il direttore provinciale della Cna Francesco Balloni -C’è stata un’audizione alla Camera su tutti i rischi legati ai rincari. Nella parte dedicata al gasolio, notiamo degli incrementi che vanno fino al 14% nell’arco di pochissimi giorni e per un’impresa che lavora con le stesse tariffe, senza un recupero nel breve periodo, significa saltare per aria- prosegue Balloni - Se si estende il problema all’ambito familiare, qualsiasi soluzione deve essere tempestiva, altrimenti si rischia di non farcela. Riceviamo tante lamentele da parte degli autotrasportatori. Nel breve periodo, la cosa da fare è stanziare risorse specifiche, ma non bisogna essere fraintesi: gli aiuti devono essere imminenti perché, se non è così, tra due mesi, bisognerà contenere ancora di più le perdite, con le aziende che non riusciranno nemmeno a pagare gli stipendi». 


Roberto Galanti segretario nazionale della Pmi Autotrasporto sottolinea che « Per noi il rispetto delle regole è fondamentale. Ciò significa tempi di pagamento, costi per la sicurezza, controlli sul rispetto delle norme e l’indeducibilità delle fatture che vanno al di sotto dei costi minimi. Se lo Stato applicasse l’aspetto dei costi minimi, avrebbe un gettito maggiore, con più Iva e tasse. Siamo anche contro la subvezione. Con questo caos della guerra, è controproducente urlare contro il governo e il rischio è che si vada verso il fermo tecnico del settore, con tutta la filiera che ne risentirebbe gravemente. Siamo nelle condizioni di non farcela -prosegue- La pasta è già aumentata di venti centesimi e si è data la colpa al trasporto. Ma se a noi non ci pagano, perché accusarci ingiustamente?». 


Tanti e pesanti le ripercussioni anche per gli agenti di commercio. «Siamo una categoria di 225mila persone che mediamente percorre dai 40 ai 50mila chilometri l’anno. L’auto è la nostra casa e il nostro ufficio. Oltre alle altre spese che sono cresciute, adesso c’è questo aumento dei carburanti che ci sta danneggiando ancora di più- evidenzia Tullio Luciani della Fnaarc- Il Covid ha creato ancora più difficoltà, visto che da due anni si fa tutto da remoto. Il mercato diminuisce, l’export che non cresce, le fiere che non si fanno più sono situazioni molto problematiche. Stiamo cercando di far abbassare le accise e tramite il nostro presidente nazionale, ci siamo rivolti al Governo per fare pressione e trovare qualche soluzione- prosegue- Ci sono colleghi che non escono più per non dover spendere. Noi siamo la maglia rosa dei contribuenti italiani perché noi paghiamo prima di incassare fisicamente il bonifico o la fattura».

 

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Corriere Adriatico