Ascoli, nella chiesa sconsacrata il bazar della diocesi aiuta i poveri

Il bazar nella chiesa sconsacrata di Porta Romana
ASCOLI - Lo chiamano freeshop, ovvero il negozio del dono e del riuso, e si trova all’interno della chiesa sconsacrata di Santa Croce, a Porta Romana, all’incrocio tra...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ASCOLI - Lo chiamano freeshop, ovvero il negozio del dono e del riuso, e si trova all’interno della chiesa sconsacrata di Santa Croce, a Porta Romana, all’incrocio tra via Ricci e via Angelini e a due passi dal teatro romana. In realtà, però, “Passamano” (questo il nome della struttura), creatura della Diocesi ascolana, vuole essere un punto dove chi ha bisogno può andare a ritirare gratuitamente oggetti, vestiti, elettrodomestici e quant’altro senza pagare nessun prezzo. Un punto dove chiunque può donare le proprie cose inutilizzate - ma in buono stato – per lasciarle lì, in dono per chi ne abbia bisogno e non può permettersi di acquistarle. E per attivare, dunque, una solidarietà indiretta tra dona e chi riceve gratuitamente. La struttura, nella quale proprio la diocesi ha già avviato la raccolta di vestiti e altro materiale invitando tutti a donare, verrà quanto prima inaugurata e diverrà a tutti gli effetti il primo negozio del dono ad Ascoli. Un modo di rispondere alle sempre crescenti difficoltà per molte famiglie di arrivare a fine mese. «Al Passamano – si legge sul sito internet della nuova iniziativa della diocesi - di regola al primo posto vengono le persone e le buone relazioni, al secondo posto gli oggetti ai quali diamo nuova vita, al terzo ed ultimo posto viene il denaro (come mezzo e non come fine) per far sopravvivere dignitosamente il progetto». 
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico