ASCOLI - Ora piove sul bagnato. Una situazione di emergenza alloggi già evidente, con 390 persone in graduatoria a fronte di una disponibilità di case popolari ridotta...
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Uno scenario ancor più preoccupante se si pensa che di abitazioni dell'Erap disponibili resta poco o niente e che, quindi, occorrerà anche pensare - per tamponare la situazione - ad individuare alloggi di privati da affittare (a spese dell'Erap) per ospitare queste persone."Con questo caso - spiega il vice sindaco Donatella Ferretti - si apre a tutti gli effetti anche un problema sociale che va a sommarsi a quello già esistente della scarsa disponibilità di alloggi per le circa 390 persone che sono in attesa. Considerando che, tra l'altro, verso aprile ci sarà anche il nuovo bando e, quindi, i richiedenti potrebbero anche aumentare. E gli appartamenti disponibili non ci sono. Una decina sono quelli finora assegnati e dovrebbero rendersi disponibili 25 alloggi che sono stati sottoposti, con appositi fondi, ad interventi di manutenzione, ma noi come Comune abbiamo richiesto all'Erap di mantenere, comunque, almeno una certa quota degli alloggi disponibili per le assegnazioni a chi è in graduatoria e attende da tempo".In tal senso, dunque, l'Erap andrà anche a valutare e verificare la disponibilità di eventuali appartamenti di privati disposti ad affittare, con lo stesso ente per gli alloggi popolari che, ovviamente, andrà a pagare il canone di locazione e tutte le spese per il trasloco delle 56 famiglie, disponendo tra l'altro di un apposito fondo di circa 2 milioni di euro per l'intervento di messa in sicurezza del grattacielo. grattacielo, poi invece si è ritenuto di doverlo sgomberare interamente, per una questione di sicurezza. Chiaramente, abbiamo già effettuato una serie di incontri e continueremo a confrontarci, in maniera costante, per valutare tutte le possibili ipotesi di ricollocazione abitativa per queste 56 famiglie, considerando che per l'estate inizieranno i lavori al grattacielo. Poi, nel caso in cui queste persone dovessero trovare una sistemazione adeguata, potrebbero chiedere di rimanere nella nuova abitazione anche a conclusione dell'intervento". I prossimi mesi, dunque, dovranno essere decisivi per l'individuazione di una soluzione che tamponi l'emergenza di Monticelli senza aggravare la già preoccupante situazione dell'offerta di alloggi popolari in città rispetto ai richiedenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico