Ascoli, aggredito e pestato senza motivo alla festa del Patrono: due giovani condannati

Ascoli, aggredito e pestato senza motivo alla festa del Patrono: due giovani condannati
ASCOLI - Il giudice Raffaele Agostini, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, ha condannato rispettivamente ad un anno e mezzo di reclusione il ventunenne K....

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ASCOLI - Il giudice Raffaele Agostini, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, ha condannato rispettivamente ad un anno e mezzo di reclusione il ventunenne K. Z., di origini marocchine, e ad otto mesi il ventenne W. D. L., abitante in viale Marcello Federici, che, per l’accusa, il 5 agosto 2019 facevano parte del gruppo di persone che, senza alcun motivo apparente, aggredirono e ferirono gravemente in via

Barro ad Ascoli un giovane del luogo. 

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Avrebbero fatto parte del gruppo anche due giovanissimi che verranno giudicati dal tribunale dei minori di Ancona e un cittadino di origini ucraine, I. C. di 21 anni, il quale ha deciso di affrontare il normale dibattimento.
 
I due imputati erano accusati di aver aggredito brutalmente in via Barro, nel quartiere della Piazzarola, un giovane, F. A., procurandogli lesioni giudicate guaribili dai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni in 40 giorni. 

Il fatto 
Era l’ultimo giorno dei festeggiamenti in onore del patrono di Ascoli, Sant’Emidio. Da pochi minuti erano terminati i fuochi artificiali e le persone he vi avevano assistito stavano facendo ritorno a casa. In via Barro i cinque giovani incrociarono F. A. il quale si trovava in compagnia di un amico. All’improvviso, secondo l’accusa e senza giustificato motivo, I. C., il ragazzo di origini ucraine, si avventò sul ragazzo scatenando, tra anche la violenta reazione dei quattro giovani che si trovavano in sua compagnia con il risultato di provocare quest’ultimo gravi lesioni. 

I motivi 

La giustificazione che gli aggressori dettero agli agenti che successivamente intervennero per ristabilire la calma fu che la vittima avrebbe appena urtato o sfiorato un loro amico. Una versione dei fatti abbastanza farraginosa che comunque non avrebbe giustificato in nessun caso la brutale aggressione successiva. Le indagini portarono poi alla identificazione dei presunti responsabili che sono finiti sotto processo con il rito abbreviato e che hanno infine subito la condanna inflitta dal giudice. L’ucraino invece affronterà il dibattimento. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico