L'ospedale Mazzoni diventa un polo per l’aborto. Arrivano tante donne incinta anche da fuori regione

L'ospedale Mazzoni
ASCOLI - In un momento storico in cui negli Stati Uniti si rimette in discussione il diritto all’aborto e dove in alcune regioni d’Italia è difficile abortire,...

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ASCOLI - In un momento storico in cui negli Stati Uniti si rimette in discussione il diritto all’aborto e dove in alcune regioni d’Italia è difficile abortire, l’ospedale Mazzoni si conferma a sorpresa un punto di riferimento nel centro d’Italia per l’interruzione di gravidanza. Le legge esiste e non può essere inapplicata ma in alcune Aree vaste è arduo metterla in pratica per la mancanza di medici o di sale operatorie. E la dilatazione dei tempi in questi casi drammatici diventa un problema. 

 

E una dottoressa perugina in pensione è stata protagonista proprio di una puntata del programma “Le parole” di Massimo Gramellini in onda su Rai Tre. La ginecologa, infatti, si reca all’ospedale mazzoni una volta ogni tre settimane per eseguire l’interruzione di gravidanza (farmacologica, terapeutica e chirurgica).

Nel nosocomio piceno è in atto da tempo una convenzione con l’Aied, l’Associazione italiana per l’educazione demografica per erogare questo servizio. «L’ospedale Mazzoni non è inadempiente come si vuole fare credere - spiega Tiziana Antonucci, presidente dell’Aied di Ascoli. - L’ospedale di Fermo invece lo è, ma il Mazzoni fornisce assistenza sull’interruzione volontaria di gravidanza e non si sottrae a questo. Le Marche sono lo specchio dell’Italia, dove la legge 194 è applicata male, dove aziende sanitarie rifiutano di intervenire e dove ci sono lunghe liste d’attesa: non c’è la volontà di risolvere i problemi, sopratutto da parte della politica. Le Regioni devono garantire l’applicazione della legge e c’è sempre stata una mancata volontà istituzionale e politica: questa è la cosa grave. Su tutto questo hanno pesato le affermazioni dell’ex assessore regionale Giorgia Latini che si è schierata contro l’aborto, una posizione personale che come politico non è opportuno dichiarare. Si può essere contrari, ma c’è una legge dello Stato che va applicata. È una cosa grave perché la legge spiega che le Regioni devono garantire la ricerca scientifica a favore di metodi non invasivi e non pericolosi nei confronti delle donne».



«Ascoli - prosegue la Antonucci - garantisce il servizio sia a livello ospedaliero che con gli extra ospedalieri. È un servizio che va avanti da tempo e l’ospedale non si sottrae. È un servizio garantito dove l’Aied è un punto di riferimento importante. La ginecoloca perugina parla bene del nostro ospedale. Grazie all’Aied la contraccezione è stata applicata in Italia. Bisogna sfatare il mito che ad Ascoli non si abortisce, c’è una forte sinergia che non crea nessun problema. Il servizio è erogato anche durante il mese di agosto e sotto il periodo natalizio a differenza di altre Aree vaste». Negli anni gli interventi per effettuare le interruzioni di gravidanza sono diminuiti. «Questa è una vittoria. Nel corso degli anni sono precipitate le richieste di aborto, perché con la legalità e l’assistenza, si riduce il fenomeno. Il proibizionismo, invece, aumenta l’aborto - conclude la presidente Aied. - L’aborto non è un intervento qualsiasi, perché si a che fare con la psicologia della donna, evitando problemi di colpevolizzazione».
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Corriere Adriatico