Il sindaco di Arquata tuona: «La decisione di una pluriclasse è arbitraria e sbagliata»

La scuola di Arquata
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ARQUATA DEL TRONTO - Il sindaco facente funzione Michele Franchi non si dà per vinto sulla decisione di creare una pluriclasse ad Arquata. È un fiume in piena: «Un colpo basso - tuona - uno sfregio e un’interpretazione arbitraria e sbagliata delle norme. Peggio di così l’Ufficio scolastico regionale non poteva fare. L’imposizione di una pluriclasse al nostro plesso scolastico, con alunni di anni diversi costretti a condividere ambienti e lezioni, è uno schiaffo ad Arquata e alle famiglie di tutte le zone terremotate. Già ad aprile questa amministrazione si era opposta alla decisione dell’Usr attraverso una missiva indirizzata al dirigente Marco Ugo Filisetti, all’Anci Marche e all’Uncem». 


 
Franchi ricorda il contenuto: «La lettera, nella quale si evidenziava il mancato coinvolgimento delle istituzioni locali e l’incoerenza del provvedimento con le esigenze del territorio, non ha però sortito alcun effetto. Per tutta risposta, infatti, dagli uffici regionali del Ministero ci è stata ribadita la ferma intenzione di procedere in tal senso. A questo punto non ci resta che gridare il nostro sdegno attraverso tutti i canali di informazione. Il plesso di Arquata, in proporzione, ha il maggior numero di sfollati in quanto è frequentato non solo dai bimbi del posto, figli di chi coraggiosamente è rimasto qui accettando di vivere nelle Sae, ma anche da quelli di Accumoli. La nostra scuola, costruita da privati e in particolare dalla onlus Specchio dei Tempi in tempi record e seguendo i migliori standard, dovrebbe diventare il fiore all’occhiello di un efficiente sistema educativo in zona montana, ma tramite applicazioni non ponderate dei criteri normativi da parte dell’Ufficio scolastico regionale rischia di trasformarsi nel motivo della mancata assegnazione di risorse umane e della conseguente diminuzione dell’offerta dei servizi scolastici».


Il sindaco facente funzione conclude mettendo ciascuno davanti alle proprie responsabilità: «Quando qualcuno, magari tra qualche anno, parlerà di “ennesima cattedrale nel deserto” si sappia sin da ora che la responsabilità non dovrà ricadere su questa amministrazione comunale. Concludo rinnovando la formale protesta contro la decisione assunta dall’Ufficio scolastico regionale e chiedo che si proceda immediatamente all’annullamento della stessa». 
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Corriere Adriatico