ARQUATA - È bastata la prima spolverata di neve e le temperature scese sotto lo zero a far scoppiare i boiler (scaldabagni) e a scatenare una ridda di polemiche per tutto...
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Come quello di ritrovarsi in pieno inverno, come domenica notte, quando fuori la colonnina di mercurio scende di sei o sette gradi sotto lo zero, senza acqua calda. Il tutto perché, evidentemente, chi ha progettato i prefabbricati non ha tenuto conto che andavano installato in zone montane dove solitamente l’inverno è rigido e le nevicate assai probabili. Altrimenti, non sarebbe stata prevista l’istallazione dei boiler sui tetti delle casette le cui tubature scoppiano a causa del gelo. «Se ne stanno rompendo ad una media di almeno tre al giorno - dice sconsolato il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci -. Sono giorni che protesto, è necessario che Arcale (il consorzio che si è aggiudicato la fornitura delle Sae, ndr) ci metta mano e risolva il problema una volta per tutte». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico