Arquata, i privati ricorrono al Tar: la ricostruzione è a rischio stop

Arquata, i privati ricorrono al Tar: la ricostruzione è a rischio stop
ASCOLI - Il sogno della ricostruzione dei borghi dell’Arquatano, ovvero l’epicentro del tragico e violento sisma del 2016 che ha raso al suolo case e speranze, rischia...

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ASCOLI - Il sogno della ricostruzione dei borghi dell’Arquatano, ovvero l’epicentro del tragico e violento sisma del 2016 che ha raso al suolo case e speranze, rischia ora di infrangersi, almeno temporaneamente, contro il muro di tre ricorsi al Tar. 

 


Il tavolo dei giudici


Con una prima udienza già prevista per oggi. Ci sono, infatti, tre richieste, presentate al Tribunale amministrativo regionale, da parte di alcuni cittadini che, legittimamente, ritenendosi penalizzati, intendono frenare il percorso della delibera con cui il Comune di Arquata, nello scorso dicembre, ha spianato la strada ai piani urbanistici attuativi. Ovvero alla pianificazione ufficiale per iniziare a ricostruire quel territorio, con 7 zone perimetrate e un futuro tutto da ridisegnare. Rischia la sospensione, dunque, tutto l’iter appena avviato (nel dicembre scorso) per andare a sbloccare concretamente, a più di 6 anni e mezzo dalla forti scosse telluriche, la rinascita delle abitazioni e della vita in quelle aree quasi cancellate dal sisma. 


I ricorsi


Sono tre i ricorsi presentati da alcuni cittadini che si sono ritenuti penalizzati o hanno ritenuto non corretti i contenuti inseriti nei Piani urbanistici attuativi per far rinascere concretamente i centri dell’Arquatano colpiti duramente dal terremoto. Piani inseriti nell’importante delibera dello scorso 2 dicembre portata dal sindaco Michele Franchi all’approvazione del consiglio comunale di Arquata con 7 zone perimetrate per ricostruire il futuro del centro principale e delle frazioni di Vezzano, Tufo, Capodacqua, Piedilama, Pretare e Pescara del Tronto. I cittadini che hanno deciso di ricorrere al Tar, nello specifico, lo hanno fatto con istanza di sospensiva, chiedendo l’annullamento della delibera consiliare di Arquata e tutti gli atti connessi. Con decreto del presidente Loggi dello scorso 6 marzo, anche la Provincia di Ascoli ha deciso di costituirsi e resistere nei giudizi pendenti davanti al Tar Marche. Stessa cosa, ovviamente, aveva già fatto il Comune di Arquata. A questo punto, la palla passa al Tar che sarà chiamato ad esprimersi sui ricorsi e a decidere se rigettarli o se procedere con una sospensione della delibera frenandone l’efficacia. 


La reazione


Sullo scenario prefiguratosi, a seguito dei ricorsi al Tar, 11 associazioni di proprietari e di volontariato del territorio di Arquata (“Pescara del Tronto 24/08/16”, “Io sto con Pescara del Tronto”, “Proprietari Arquata del Tronto capoluogo”, “Proprietari immobiliari frazione Pretare”, “Capodacqua viva”, “Proprietari Tufo”, “Comitato Ricostruire Tufo”, “Alba di Vezzano”, “Arquata Futura”, “Arquata Potest” e “Piè Vettore”) hanno deciso di intervenire. 


Lo sfogo 


«Dai Piani attuativi – sostengono - dipende la ricostruzione delle sette frazioni più distrutte, e se la richiesta di sospensiva venisse accolta, un territorio ferito, centinaia di persone ancora nelle Soluzioni abitative di emergenza, una comunità che vive in condizioni difficilissime ed emergenziali dal 24 agosto del 2016 vedrebbero compromessa, per chissà quanti anni ancora, ogni concreta prospettiva di rinascita. Gli abitanti delle sette frazioni perimetrate, di cui le associazioni sono portavoce, non riescono a credere che tutto ciò che è stato fatto fino a oggi per dare un futuro ai loro paesi rischi di essere vanificato». «Sappiamo – aggiungono le associazioni - che ogni singolo aspetto è stato oggetto di valutazioni approfondite. In una vicenda lunga e complessa come quella della ricostruzione dopo il sisma del 2016, sarebbe paradossale non mettere al centro il bene comune. Arquata vuole vivere, gli arquatani chiedono di non bloccare la ricostruzione». 
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Corriere Adriatico