ALBA ADRIATICA - È partita da Alba Adriatica l’inchiesta sul finanziamento ai terroristi islamici di Al Nusra” condotta dalla Procura distrettuale antimafia e...
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Non è dunque un caso che ben cinque delle 20 perquisizioni in tutta Italia siano state effettuate ad Alba Adriatica, alcune delle quali in appartamenti in pieno centro. Così come non è un caso che tutti e cinque i nordafricani frequentassero la moschea di Martinsicuro. Nella presunta organizzazione – secondo quanto avrebbero riscontrato i carabinieri e gli agenti della guardia di finanza – tutti avevano dei compiti ben precisi: chi doveva creare artifici contabili dalla vendita ad esempio di tappeti per distrarre importanti somme di denaro dalle società, chi era incaricato a trasferire materialmente il denaro da una località all’altra. E per farlo metteva in pratica una serie di accorgimenti ed evitare eventuali pedinamenti.
Ma la moschea di Martinsicuro, almeno per i cinque residenti di Alba Adriatica, rappresentava comunque un punto di incontro. Fin dal 2015 quando gli investigatori hanno iniziato a monitorare le persone che si incontravano, in quell’edificio della statale 16 a Martinsicuro, per pregare. Nella città truentina per pregare, ad Alba - sempre secondo gli investigatori - per lavorare e tessere una fitta rete di rapporti professionali tra connazionali, tutti facenti parte di un’unica organizzazione legata al fondamentalismo islamico. Vivevano la vita di tutti i giorni senza creare sospetti: in uno degli appartamenti del centro perquisiti, i vicini di casa stentano a credere che quegli indagati su cui incombe la possibilità di una espulsione dal territorio italiano per motivi di terrorismo, possano essere proprio loro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico