Vaccini, disagi al Paolinelli. Corsa contro il tempo per il nuovo hub, l’ultima ipotesi: nuovo centro alla ex Genny

L'ex stabilimento della Genny alla Baraccola
ANCONA - La struttura di vetro e acciaio, nella quale un tempo prendevano forma le creazioni più fashion di Genny, potrebbe essere la risposta alle carenze strutturali del...

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ANCONA - La struttura di vetro e acciaio, nella quale un tempo prendevano forma le creazioni più fashion di Genny, potrebbe essere la risposta alle carenze strutturali del centro vaccinale Paolinelli. Le coordinate della profilassi anti-Coronavirus ad Ancona non si spostano dalla Baraccola

 
«Domani (oggi, ndr) andremo a fare un sopralluogo. Ciò non significa che quello spazio ha le caratteristiche per essere l’alternativa a via Schiavoni». L’annuncio di Giovanni Guidi arriva in piazza Roma dove, di fronte al camper dell’Asur, tenta di tradurre in certezze i dubbi dei cittadini sul Covid.

Giunge a 24 ore dal blocco dimostrativo, messo in atto in quella tensostruttura nata per lo sport e convertita alla somministrazione delle dosi anti-Coronavirus. Sabato, quando è stato fermato l’ingranaggio da 1.100 pozioni giornaliere, c’era anche lui, da direttore dell’Area Vasta 2, accanto all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e a quello dorico alla Sicurezza Stefano Foresi. Il freddo dei locali e la pioggia, fitta, non risparmiavano le logiche della profilassi. In terra venivano sistemati cartoni per assorbire le pozzanghere. La misura era colma. Roberto Cameriere, responsabile medico di quell’hub messo in discussione, torna a dire: «Nessun atto di forza, non interromperemo mai la campagna vaccinale. Vorremmo solo sapere se qualcosa è in prospettiva. Affrontiamo il problema, poi si può anche aspettare: ci tireremo su le maniche e ci attrezzeremo». Ricorda, ancora: «Camici bianchi e infermieri sono esasperati per la situazione di precarietà in cui sono costretti a lavorare». 
Saltamartini era passato di lì già venerdì sera e poi il sabato mattina era tornato. «La soluzione delle farmacie e dei medici di base - rimarca Cameriere - non risolve il problema. È marginale rispetto ai numeri che impone la vaccinazione di massa. Ed è chiaro che questa sarà una necessità per lungo tempo. Si andrà avanti almeno fino al prossimo inverno». 


Un’urgenza scritta nel fluire della cronaca: una prima elementare a Pietralacroce è in quarantena. Le Conero ne sono appena uscite.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico