ANCONA - «Ho già chiesto scusa per i toni aspri usati, ma al netto delle parole il concetto resta. Rettifico le parole ma non il concetto». Così il...
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«Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l'estate per aiutare i miei a pagarmi l'università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e dentro di me tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva parteggiavo per quest'ultimo», aveva scritto il consigliere. E aggiungeva: «Oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì sono cattivo e senza cuore, ma lì c'era in ballo o la vita di uno o la vita dell'altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani...».
"L'HO SCRITTO IERI SERA..." «Il post l'ho scritto ieri sera tardi, prima di andare a dormire - dice Urbisaglia all'ANSA - Prima ancora che la notizia uscisse sui siti on line, questa mattina, avevo già chiesto scusa per i toni e le parole fuori dal seminato». Ma perché questa uscita? «Ho la stessa età dei protagonisti della vicenda. Allora eravamo tre ragazzi e riflettevo su quello che era accaduto. Avevo davanti l'immagine di un ragazzo che brandiva un estintore e un ragazzo, militare di leva, dentro la camionetta e mi chiedevo da che parte sarei stato: più vicino al carabiniere. Oggi che sono padre sono ancora dalla parte del carabiniere: se dentro la campagnola ci fosse stato mio figlio, mi sono chiesto, che cosa avrei dovuto dirgli? Aspetta che ti arrivi l'estintore in testa?». Comunque, chiosa, Urbisaglia, è «una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ho già chiesto scusa per le parole usate. Ma il concetto resta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico