«Giuliani? Serviva prendere bene la mira». Consigliere Pd choc su Fb

"Giuliani? Serviva prendere bene la mira". Consigliere choc su Fb, poi le scuse
ANCONA - «Ho già chiesto scusa per i toni aspri usati, ma al netto delle parole il concetto resta. Rettifico le parole ma non il concetto». Così il...

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ANCONA - «Ho già chiesto scusa per i toni aspri usati, ma al netto delle parole il concetto resta. Rettifico le parole ma non il concetto». Così il consigliere Pd di Ancona Diego Urbisaglia finito nella bufera per un post su Facebook contro Carlo Giuliani. «Ero un ragazzo allora e sono un padre adesso. Mio figlio deve crescere. Che cosa dovrei dirgli se fosse il carabiniere: fatti colpire dall'estintore?». Urbisaglia, che ha 39 anni non ancora compiuti, è anche consigliere provinciale e vigile del fuoco.





 «Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l'estate per aiutare i miei a pagarmi l'università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e dentro di me tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva parteggiavo per quest'ultimo», aveva scritto il consigliere. E aggiungeva: «Oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì sono cattivo e senza cuore, ma lì c'era in ballo o la vita di uno o la vita dell'altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani...».


"L'HO SCRITTO IERI SERA..." «Il post l'ho scritto ieri sera tardi, prima di andare a dormire - dice Urbisaglia all'ANSA - Prima ancora che la notizia uscisse sui siti on line, questa mattina, avevo già chiesto scusa per i toni e le parole fuori dal seminato». Ma perché questa uscita? «Ho la stessa età dei protagonisti della vicenda. Allora eravamo tre ragazzi e riflettevo su quello che era accaduto. Avevo davanti l'immagine di un ragazzo che brandiva un estintore e un ragazzo, militare di leva, dentro la camionetta e mi chiedevo da che parte sarei stato: più vicino al carabiniere. Oggi che sono padre sono ancora dalla parte del carabiniere: se dentro la campagnola ci fosse stato mio figlio, mi sono chiesto, che cosa avrei dovuto dirgli? Aspetta che ti arrivi l'estintore in testa?». Comunque, chiosa, Urbisaglia, è «una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ho già chiesto scusa per le parole usate. Ma il concetto resta».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico