Castelfidardo: sfrattata dall’appartamento diventa l’incubo del sindaco ucraina di 58 anni a processo per stalking contro Soprani

Sfrattata dall’appartamento diventa l’incubo del sindaco: ucraina di 58 anni a processo per stalking contro Soprani
CASTELFIDARDO - Accusa il Comune di Castelfidardo di non occuparsi della sua condizione di indigenza e se la prende con il sindaco. Appostamenti sotto casa, nei corridoi di...

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CASTELFIDARDO - Accusa il Comune di Castelfidardo di non occuparsi della sua condizione di indigenza e se la prende con il sindaco. Appostamenti sotto casa, nei corridoi di Palazzo del Popolo, pedinamenti e continue richieste di colloquio con il primo cittadino per ottenere i soldi necessari a pagare l’affitto di un appartamento privato. Sono questi i comportamenti che la procura addebita a una ucraina di 58 anni per fatti avvenuti tra giugno e novembre 2015. 


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La donna, ieri mattina, è stata rinviata a giudizio dal gup Francesca De Palma. Due le imputazioni: stalking, nei confronti dell’ex sindaco fidardense Mirco Soprani, e invasioni di edifici. Quest’ultimo reato riguarda l’occupazione abusiva di un appartamento sull’Adriatica dal quale, in un primo momento, era stata sfrattata. Il processo per la straniera, difesa dall’avvocato Fabrizio Larocca, inizierà l’11 marzo. L’ex sindaco Soprani non si è ancora costituito parte civile. Lo ha fatto, invece, la proprietaria dell’immobile che l’imputata aveva occupato dopo lo sgombero decretato dal tribunale, con tanto di intervento dei carabinieri, a seguito di un procedimento di sfratto. Gli atti persecutori contestati dal pm Rosario Lioniello sarebbero iniziati subito dopo l’abbandono momentaneo della casa.


Stando a quanto ricostruito nella querela presentata allora dal sindaco, la 58enne si sarebbe presentata quasi ogni giorno in Comune per chiedere udienza a Soprani. Voleva che l’Amministrazione le desse i soldi per pagare l’affitto e le utenze dell’immobile che aveva occupato illegalmente il giorno dopo lo sgombero. Le punte sotto all’ufficio del sindaco o nei corridoi di Palazzo del Popolo sarebbero durate ore e ore. In un secondo momento – dice l’accusa – aveva iniziato ad appostarsi anche sotto l’abitazione del sindaco. Tanto che Soprani, per un periodo, era stato costretto ad uscire dal retro del suo appartamento. La donna, disoccupata all’epoca, gli avrebbe anche impedito di spostarsi con l’auto, mettendosi proprio davanti al cofano. Soprani aveva cercato in tutti i modi di aiutarla, offrendole anche un lavoro, rifiutato poi dall’imputata. Alla fine, era stato costretto – a novembre 2015 – a sporgere denuncia ai carabinieri. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico