Rinviate le adozioni dei cagnolini sequestrati. ​Molti hanno il virus della brucella e non vanno dati a famiglie con bimbi

Rinviate le adozioni dei cagnolini sequestrati: Molti hanno il virus della brucella e non vanno dati a famiglie con bimbi
TRECASTELLI  - Brutte notizie per l’allevamento di cani sequestrato a Trecastelli, dove sono stati trovati in condizioni non idonee 259 animali in una struttura adibita...

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TRECASTELLI  - Brutte notizie per l’allevamento di cani sequestrato a Trecastelli, dove sono stati trovati in condizioni non idonee 259 animali in una struttura adibita ad ospitarne 61. Molti sono malati. Hanno contratto il virus della brucella canis.

 

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Tutto era pronto per iniziare ad affidare i primi 20 cani alle associazioni di volontariato che, all’improvviso, hanno fatto un passo indietro. Devono essere loro, come precisato dal piano d’azione del Ministero della Salute, a fare da tramite tra l’allevamento e le famiglie che adotteranno i cani. La priorità andrà data a quelli malati che dovranno andare a famiglie che non avranno altri animali per evitare la trasmissione del virus. 


Raramente si trasmette all’uomo ma per precauzione il Ministero chiede che ad adottarli siano solo persone adulte quindi nelle famiglie non devono essere presenti bambini. Una grande responsabilità insomma nella verifica degli affidamenti per i volontari delle associazioni che hanno il timore di diffondere il virus. Al momento quindi è tutto fermo. 


La procura ha invece intanto autorizzato l’installazione di circa 8 container all’esterno della struttura per separare i malati dai sani e i maschi dalle femmine in attesa che l’Asur provveda a sterilizzare tutti i maschi per evitare che continuino a riprodursi. Dovrebbero arrivare tra un paio di settimane ma nel frattempo i cani continuano a trovarsi nelle precarie condizioni che hanno portato i carabinieri forestali a denunciare cinque persone, tra cui i proprietari e alcuni loro dipendenti.

Nel frattempo volontari e alcune aziende produttrici di alimenti per cani hanno provveduto a fornire alla struttura ingenti quantitativi di crocchette per poterli sfamare. Con le vendite bloccate dalla scorsa estate, quando si è presentato il virus, i proprietari, che hanno questa attività come unica fonte di sostentamento, non hanno soldi per farli mangiare. Pur essendo sotto sequestro sia la struttura che gli animali è infatti loro compito continuare a mantenerli. 

 

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Corriere Adriatico