Il legale del panificio: «Quei panini non erano idonei al consumo»

Il legale del panificio: «Quei panini non erano idonei al consumo»
TRECASTELLI  - «Quel pane non era idoneo al consumo». Torna sulla querelle del cassonetto pieno di panini l’avvocato Simona Antonietti, legale di Massimo...

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TRECASTELLI  - «Quel pane non era idoneo al consumo». Torna sulla querelle del cassonetto pieno di panini l’avvocato Simona Antonietti, legale di Massimo Paolini ed Elisa Marchetti, titolari del forno e panificio “Vecchio Molino snc” di Passo Ripe di Trecastelli. Una polemica che non è affatto sopita e per questo il legale ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi da Massimo Paolini. «Il pane rinvenuto nel cassonetto dell’organico, purtroppo ammuffito, non può essere destinato né alla cessione gratuita né alla vendita – spiega l’avvocato - in quanto non idoneo al consumo umano né al sostentamento animale, quindi non qualificabile come eccedenza alimentare». Il titolare aveva anche spiegato il perché fosse in parte ammuffito. Si trattava del reso che aveva ritirato da alcune attività che riforniva e tutto quello spreco non era quindi imputabile a lui ma ad altre attività, che avevano lasciato si deteriorasse prima di ridarglielo indietro.


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«Il Vecchio Molino mantiene rapporti di stretta quotidiana collaborazione con enti solidaristici presenti sul territorio – prosegue l’avvocato -, come Caritas e Giardino dei Bucaneve, a cui elargisce le eccedenze alimentari a favore dei più bisognosi, sia per finalità di carattere etico-sociale sia per la limitazione degli sprechi, nel rispetto delle risorse alimentari, del loro utilizzo e della loro conservazione. L’attività commerciale non può esimersi dal rispetto di vigenti norme in materia di igiene e sicurezza – conclude il legale - volte per l’appunto a tutelare in primis il consumatore». Per questo motivo, ricevuto il pane in quelle condizioni, l’ha riposto nell’organico per il successivo compostaggio. «Le leggi di mercato che regolano la grande distribuzione, inevitabilmente difformi dal piccolo esercizio – conclude - non sono improntate allo spreco alimentare. Esiste tuttavia una variabile quantità di pane, non più riutilizzabile, che spetta poi al fornitore, quale reso, smaltire. L’obiettivo è ridurre e combattere gli sprechi attraverso buone prassi che vengono promosse e realizzate dal Vecchio Molino». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico