I tormenti del killer prima della strage Oggi i funerali di Daniele Antognoni

I tormenti del killer prima della strage Oggi i funerali di Daniele Antognoni
NUMANA - Funerali separati per Daniele Antognoni, 38 anni, sua moglie Paula Corduneanu, 28, e il figlioletto Christian di 5, uccisi a colpi di pistola prima di togliersi la vita....

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NUMANA - Funerali separati per Daniele Antognoni, 38 anni, sua moglie Paula Corduneanu, 28, e il figlioletto Christian di 5, uccisi a colpi di pistola prima di togliersi la vita. Una decisione quasi inevitabile, maturata dalle due famiglie dopo l’immane tragedia di martedì scorso. L’ultimo saluto al magazziniere precario del deposito Coal di Camerano, titolare assieme alla compagna del negozio di abbigliamento “La Rosa Blu” a Marcelli, è oggi alle 14.30 nella chiesa del Ss. Crocifisso a Numana.








Il sindaco Gianluigi Tombolini sarà presente in segno di cordoglio verso i genitori Ermanno e Beatrice. Ieri, invece, la visita del primo cittadino ai parenti di Paula a Castelfidardo. La salma della donna e del piccolo Christian sono state esposte fino alle 18 nella cappellina di Torrette. Esclusa l’ipotesi iniziale di una cerimonia in Italia per gli amici.



“Purtroppo il dolore è troppo forte per sopportare due funerali, quindi lo faremo solo in Romania”, hanno fatto sapere i fratelli Alin ed Emanuela. Domani i feretri partiranno alla volta di Turda, la città dove vive la mamma della 28enne romena. Qui sarà celebrato il rito ortodosso e qui saranno inumate le due salme. Lucica Corduneanu ha appreso al telefono di quanto accaduto alla figlia e al nipotino.



“Mia cara Paula e mio caro Chris, mai vi dimenticherò, il dolore è troppo grande e insopportabile perché la perdita è immensa, mi consola solo che riposerete in pace vicino a me, lontano da quel criminale”, scrive la 57enne su facebook. Nella serata di giovedì, alcuni amici si sono riuniti davanti alla villetta bifamiliare dove si è consumato il duplice omicidio e suicidio per una veglia di preghiera. Dei ceri rossi sono stati posizionati sul muretto che delimita la proprietà privata da via Urbino. Il tenero ritratto di madre e figlio, un orsetto di peluche, un mazzo di fiori, il messaggio affettuoso di un bambino, una stella di Natale e un piccolo pallone da calcio (lo sport che praticavano papà e figlio), sono gli ultimi ricordi affissi alla cancellata al di là della quale vivevano quei due angeli, saliti in cielo per mano di un padre e marito che diceva di amarli più della sua stessa vita. Qualcosa aveva spezzato gli equilibri di coppia dopo nove anni di matrimonio e un ménage all’apparenza felice. Paula aveva incontrato Daniele quando era appena maggiorenne. Poi i suoi sentimenti erano cambiati. Si sentiva soffocata dalle sue attenzioni. Era stanca di quell’amore che definiva “possessivo”. Voleva la sua indipendenza. Un lavoro tutto suo. Uscire con le amiche.



Daniele era terrorizzato da questo improvviso desiderio di emancipazione. L’instabilità economica, il profondo senso di insicurezza hanno acuito la gelosia che aveva sempre provato per quella donna ancora giovane e bellissima. Si sentiva un fallito, non all’altezza. E gradualmente si era convinto che avesse un altro. Era tormentato da questo pensiero fisso che non gli dava tregua. Nel giro di un paio di mesi il rapporto si è irrimediabilmente deteriorato. A metà ottobre è arrivata la decisione di separarsi. Paula rifiutava ogni tentativo di conciliazione. Lui non sopportava l’idea di perderli. Di trascorrere il primo Natale senza di loro. “Sono tutta la mia vita”, diceva. La sera prima di compiere quel gesto assurdo e incomprensibile, aveva contattato invano un’amica perché aveva bisogno di sfogarsi. “Posso chiamarti? Quando possiamo vederci?”. L’indomani, sul presto, sarebbe dovuto andare a lavoro. Invece, attorno alle 6 del mattino, alcuni vicini lo hanno visto camminare avanti e indietro, a testa bassa, sul balconcino di casa dei genitori, in via Litoranea, dove da qualche tempo era tornato ad abitare.



Anche nei giorni precedenti aveva lanciato dei messaggi di forte disagio a cui nessuno, però, aveva dato il giusto peso. Non solo su facebook. “Un cecchino non lo vedi e quando lo senti è troppo tardi”. Con queste parole, che oggi assumono un chiaro significato, aveva aggiornato il 26 novembre il suo stato di WhatsApp.





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