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Stefano Tombolini, assessore ai Lavori pubblici: ci eravamo lasciati che il terminal Verrocchio sarebbe stato inaugurato in primavera, poi che è successo?
«Il problema è stato che nel quadro economico del progetto non c’erano gli apprestamenti, ovvero le attrezzature necessarie a funzionalizzare l’autostazione. Si è rischiata l’incompiuta, ma per fortuna l’abbiamo evitata».
E come?
«Abbiamo attinto dalla rivisitazione del programma del bando periferie. Le somme, essendo un programma che va verso la conclusione, sono state riversate dal Ministero sull’intervento del Verrocchio. La lettera con l’ok del Ministero ci è arrivata intorno al 20 di dicembre. Un ammontare di un milione di euro che utilizzeremo per tutto ciò che riguarda la funzionalizzazione digitale del parcheggio a raso al piano superiore e al piano terra dove c’è lo snodo degli autobus».
Ora quale sarà l’iter?
«Bisognerà fare un progetto ad hoc utilizzando la fonte di finanziamento, ma andrà affidato ad un’altra impresa.
Ma com’è possibile che vi siate accorti solo all’ultimo?
«C’è da dire che è un progetto molto vecchio, ce lo siamo ritrovati sulle spalle. Da una serie di approfondimenti ci siamo resi conto che mancavano i soldi per la parte elettronica. A quel punto ci siamo attivati per trovare le risorse e ci siamo riusciti».
Non resta che risolvere il rebus del sovrappasso pedonale che lega il terminal alla stazione ferroviaria. Si farà?
«L’opera non è finanziata. Non penso che sia possibile realizzarlo nel 2024. Al momento resta sul piano delle idee. Prima bisogna attivare un’interlocuzione con Rfi, perché la struttura andrebbe a finire sull’area di loro competenza. E l’interlocuzione per ora non è prevista. Mentre ci sarà da mettere a terra, invece, la realizzazione della rotatoria e la revisione della viabilità».
A che punto siamo su questo fronte?
«La rotatoria è prevista da progetto ed è finanziata. Andrebbe posta più o meno all’altezza dell’accesso da via Berti. Con i progettisti stiamo decidendo il posizionamento preciso, anche perché contestualmente bisognerà mettere mano alla viabilità».
Che cosa cambierà?
«La rotatoria servirà agli autobus, esclusivamente quelli delle linee extraurbane, per eseguire le manovre di ritorno ed accedere all’autostazione. Quindi, insieme a Conerobus, si stanno facendo alcune valutazioni non solo sul posizionamento migliore della rotatoria, ma anche rispetto alle corsie di accelerazione e decelerazione».
In quale ottica si inserirà l’autostazione Verrocchio?
«Sarà una cerniera della mobilità sostenibile a servizio del trasporto pubblico locale e della ferrovia. I 220 stalli per il trasporto privato vanno pensati come parcheggi di medio termine, per chi poi usufruisce del trasporto ferroviario. Discorso completamente diverso rispetto, ad esempio, allo scambiatore degli Archi che è stato pensato per la sosta breve di chi si dirige in centro».
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Corriere Adriatico