Ancona, prime ore di Antonini a casa Recuperati i corpi di Gigliola e Oskar

Ancona, prime ore di Antonini a casa Recuperati i corpi di Gigliola e Oskar
ANCONA - È ancora molto provato, «non tanto fisicamente. È 'sgraffignato', gli fa male la schiena, ma quelle sono cose che passano». ...

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ANCONA - È ancora molto provato, «non tanto fisicamente. È 'sgraffignato', gli fa male la schiena, ma quelle sono cose che passano».






Giuseppe (Pino) Antonini, lo speleologo anconetano scampato al terremoto del Nepal, è tornato a casa la notte scorsa con gli altri connazionali riportati in Italia dall'aereo 767 dell'Aeronautica militare atterrato a Pratica di mare. ​ «Sono le ferite dentro che pesano - dice la madre Romilda - e la botta grossa sarà quando riporteranno il corpo di Gigliola».











Il medico anestesista e speleologo Gigliola Mancinelli, anche lei di Ancona, che faceva parte della spedizione di Antonini, ed è morta nella frana che si è abbattuta sul villaggio di Langtang. Con lei ha perso la vita anche lo speleologo trentino Oskar Piazza. Antonini si è salvato perchè è rimasto con la testa e un braccio fuori dai detriti: ha scavato, ha riportato in superficie il cadavere di Gigliola - «erano amici da 30 anni», ricorda Romilda - e poi Oskar Piazza, che era ferito gravemente ed è morto nelle ore successive, e Giovanni (Nanni) Pizzorni, attualmente ricoverato in un ospedale di Parigi. «Ieri notte abbiamo parlato poco - racconta la madre -, e Pino dirà qualcosa quando si sentirà di farlo. Avevo preparato la cena ma non ha mangiato niente. Stamattina è già uscito con la compagna e il fratello Roberto», che era andato a prenderlo all'aeroporto. Romilda Antonini intanto, che è di origine trentina, ringrazia «Ancona, Primiero, e tutti gli italiani che ci sono stati vicini: telefonate, messaggi, preghiere, non mi hanno lasciata sola mai. Una cosa che ti fa bene».



RECUPERATI I CORPI DI GIGLIOLA E OSKAR


Sono stati recuperati e trasferiti a Kathmandu i corpi di Oskar Piazza e di Gigliola Mancinelli, rimasti uccisi a seguito del terremoto in Nepal. Lo rende noto la Provincia autonoma di Trento, dopo la conferma da parte di Piergiorgio Rosati, pilota del nucleo elicotteri della Provincia, che ha riferito stamani al Dipartimento della protezione civile l'avvenuto recupero delle due salme. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico