Tangenti per il Green pass, il ristoratore Mecozzi si difende: «Non l’ho fatto per le mazzette ma per ideologia»

Un sopralluogo della polizia al centro vaccinale Paolinelli
CIVITANOVA - Falsi Green pass, uno dei due poliziotti indagati fa scena muta, il ristoratore Daniele Mecozzi risponde: «Non l’ho fatto per soldi, ma per una questione...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CIVITANOVA - Falsi Green pass, uno dei due poliziotti indagati fa scena muta, il ristoratore Daniele Mecozzi risponde: «Non l’ho fatto per soldi, ma per una questione ideologica». Anche l’imprenditrice e veterinaria Lattanzi in silenzio dal gip.

 

Prima tranche di interrogatori di garanzia ieri per una parte dei maceratesi destinatari delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Ancona, Carlo Masini, nell’ambito dell’indagine sui green pass rilasciati a seguito della simulazione dell’inoculazione del vaccino all’hub vaccinale del Paolinelli ad Ancona. Ieri sono stati diversi i maceratesi che hanno raggiunto il commissariato di Civitanova per l’interrogatorio in collegamento col Tribunale dorico. La prima ad arrivare è stata la veterinaria (attualmente sospesa dall’Ordine) e imprenditrice balneare civitanovese Maria Francesca Lattanzi, insieme ai suoi legali Paolo Carnevali e Alberto Pepe. La 51enne, che per gli inquirenti avrebbe svolto un ruolo di intermediazione accompagnando o facendo accompagnare persone ad Ancona per le finte procedure vaccinali, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. All’esito dell’udienza gli avvocati hanno anticipato che impugneranno l’ordinanza dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame ritenendo la misura degli arresti domiciliari estremamente afflittiva, dopo che a gennaio la Lattanzi era stata raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora. All’epoca gli inquirenti la accusavano solo di aver pagato per ottenere il green pass senza farsi inoculare il vaccino. Dopo di lei è stata la volta di uno dei due poliziotti, un ispettore di Tolentino che, tutelato dall’avvocato Massimiliano Cofanelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere (per l’accusa avrebbe ottenuto il falso green pass ed è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora). Il poliziotto in servizio al commissariato di Civitanova, è attualmente in malattia. Ha invece deciso di sottoporsi a interrogatorio Daniele Mecozzi, titolare del ristorante Casablanca. Era stato già sentito a gennaio quando fu posto agli arresti domiciliari per episodi analoghi (è ritenuto essere uno degli intermediari come la Lattanzi) e ieri ha integrato le precedenti dichiarazioni ribadendo di non essere stato mosso da alcuna finalità di lucro (per la Procura si sarebbe trattenuto parte delle mazzette, per 1.450 euro) ma solo per una questione ideologica. Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere il fratello, Gerry Mecozzi, anch’egli sottoposto a l’obbligo di dimora. Seconda tranche di interrogatori domani al Tribunale di Ancona.

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico