Addio a Mario Sasso, il genio della videoarte: il pittore e grafico firmò sigle di tanti programmi Rai

Mario Sasso aveva 89 anni
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STAFFOLO - Il mondo dell’arte e della cultura perde uno dei suoi più influenti, geniali ed eclettici rappresentanti. Nel tardo pomeriggio di ieri si è spento a Roma Mario Sasso, 89 anni, originario di Staffolo. Pittore, grafico e genio della videoarte, ha tratteggiato il secolo scorso con opere di grande fama mondiale, genio assoluto con le radici orgogliosamente ancorate alla sua Staffolo, dove spesso tornava a trovare gli amici. Nel 1953-54 seguì i corsi di Armando Testa presso la Scuola di Grafica e Pubblicità.  



Trasferitosi a Roma, dal 1958 ha iniziato a collaborare con la Rai, avviando un percorso di ricerca e sperimentazione, che lo portò ad affiancare alla pittura la progettazione grafica e i nuovi linguaggi dell’elettronica: pittura e video arte in una commistione magica e sublime. Ha firmato tante sigle di programmi Rai, alternando all’impegno televisivo un’intensa attività pittorica. Dalla pittura alla video-arte, una commistione di linguaggio tradizionali e contemporanei in costante dialogo tra loro: pittura, cinema, televisione, video, computer. Questo il percorso innovativo di Mario Sasso, un autore che ha fatto dell’esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l’ambito privilegiato della sua esperienza artistica. «Siamo addolorati – commenta Sauro Ragni sindaco di Staffolo – il maestro Mario Sasso ha dato tanto lustro al nostro paese, portando le sue origini in tutto il mondo. Il nostro cordoglio alla sua famiglia».

«Avere quell’intuizione capace di anticipare il presente, facendo emozionare, è una delle doti da riconoscere ai grandi artisti – il saluto del Comune di Jesi –. L’arte di Mario Sasso ha saputo fare proprio questo, proporci una visione innovativa del reale sollecitando una riflessione sull’attualità. L’artista è portatore di un impegno civile e sociale, Mario Sasso ce lo ha sempre dimostrato con un sorriso infinito e una grande umiltà. Per questo vogliamo salutarlo con un’immagine della sua opera custodita a palazzo Pianetti dove un crocevia di tangenziali, vie, nomi e segni ci ricordano che nei ritmi sempre più incalzanti del contemporaneo è necessario fermarsi e accorgersi di quelle “virgole e punti dorati” che incontriamo nella narrazione della nostra vita. I punti alla fine servono solo per iniziare una nuova frase. La tua Jesi ti ringrazia, Mario: ti aspettiamo per una nuova storia». 

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Corriere Adriatico