SENIGALLIA - Si sono aperte ieri le porte del carcere per M.F., 43enne senigalliese condannata a 4 anni di reclusione per favoreggiamento della prostituzione minorile. La donna,...
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Essendo però il mezzo di sua proprietà gli è stato contestato il favoreggiamento della prostituzione minorile. Un periodo la donna l’ha già scontato agli arresti domiciliari. Nel frattempo però era tornata libera. Ieri mattina è stata raggiunta dai carabinieri nella sua abitazione, dove è stata prelevata per essere condotta nel penitenziario. Dovrà quindi restare in carcere per 2 anni, 10 mesi e 13 giorni. Questa la pena residua da scontare. Un caso emerso grazie alla tenacia di due genitori detective che, notando qualcosa di strano nella figlia, che aveva iniziato a frequentare la donna molto più grande di lei, avevano deciso di approfondire e investigare. Prima frugando nei suoi profili Facebook, dove avevano notato anche foto in lingerie. In alcune pose era proprio dentro il camper incriminato. Usciva poi la sera, anche quando le veniva proibito, e tornava a tarda notte senza rispettare nemmeno gli orari concordati. Una volta non era rientrata. Temendo che frequentasse brutti giri i genitori avevano chiesto, ed ottenuto, l’allontanamento della figlia perché venisse affidata ad una comunità. Meglio lontana da casa ma al sicuro. Questo hanno pensato nel prendere una difficile decisione che ha permesso di aiutare la giovane. Nel frattempo i carabinieri hanno effettuato le indagini.
Decisivo è risultato un file audio in cui la 16enne riferiva il tariffario per le prestazioni sessuali. La conferma che si prostituisse. In un primo momento dalla comunità la minore aveva negato tutto poi ha confermato, sostenendo che il camper era appunto della 43enne. La donna inizialmente era accusata di averla indotta a prostituirsi, favorendo il meretricio e traendo un profitto dai suoi incontri con i clienti. Difesa dall’avvocato Ruggero Tomasi, è riuscita a dimostrare che non aveva mai preso soldi dalla minore e mai le aveva detto di prostituirsi. E’ stata quindi condannata solo per favoreggiamento della prostituzione e assolta per l’induzione e lo sfruttamento. L’accusa aveva chiesto una condanna a sei anni e mezzo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico