Ragazzina squillo di 16 anni in camper La maîtresse finisce in carcere

Ragazzina squillo di 16 anni in camper La maîtresse finisce in carcere
SENIGALLIA - Si sono aperte ieri le porte del carcere per M.F., 43enne senigalliese condannata a 4 anni di reclusione per favoreggiamento della prostituzione minorile. La donna,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SENIGALLIA - Si sono aperte ieri le porte del carcere per M.F., 43enne senigalliese condannata a 4 anni di reclusione per favoreggiamento della prostituzione minorile. La donna, che aveva lavorato presso una casa di riposo per anziani, era già stata arrestata una prima volta nel marzo del 2017 dai carabinieri perché nel suo camper era emerso si fosse prostituita una 16enne. Erano stati i genitori, nel dubbio che avvenisse quello che poi è stato riscontrato, a far scattare le indagini. Nel corso del processo è emerso che la 43enne non aveva né obbligato la ragazzina né ricavava guadagno da ciò che la minore faceva con i clienti nel suo camper. 


 

Essendo però il mezzo di sua proprietà gli è stato contestato il favoreggiamento della prostituzione minorile. Un periodo la donna l’ha già scontato agli arresti domiciliari. Nel frattempo però era tornata libera. Ieri mattina è stata raggiunta dai carabinieri nella sua abitazione, dove è stata prelevata per essere condotta nel penitenziario. Dovrà quindi restare in carcere per 2 anni, 10 mesi e 13 giorni. Questa la pena residua da scontare. Un caso emerso grazie alla tenacia di due genitori detective che, notando qualcosa di strano nella figlia, che aveva iniziato a frequentare la donna molto più grande di lei, avevano deciso di approfondire e investigare. Prima frugando nei suoi profili Facebook, dove avevano notato anche foto in lingerie. In alcune pose era proprio dentro il camper incriminato. Usciva poi la sera, anche quando le veniva proibito, e tornava a tarda notte senza rispettare nemmeno gli orari concordati. Una volta non era rientrata. Temendo che frequentasse brutti giri i genitori avevano chiesto, ed ottenuto, l’allontanamento della figlia perché venisse affidata ad una comunità. Meglio lontana da casa ma al sicuro. Questo hanno pensato nel prendere una difficile decisione che ha permesso di aiutare la giovane. Nel frattempo i carabinieri hanno effettuato le indagini. 


Decisivo è risultato un file audio in cui la 16enne riferiva il tariffario per le prestazioni sessuali. La conferma che si prostituisse. In un primo momento dalla comunità la minore aveva negato tutto poi ha confermato, sostenendo che il camper era appunto della 43enne. La donna inizialmente era accusata di averla indotta a prostituirsi, favorendo il meretricio e traendo un profitto dai suoi incontri con i clienti. Difesa dall’avvocato Ruggero Tomasi, è riuscita a dimostrare che non aveva mai preso soldi dalla minore e mai le aveva detto di prostituirsi. E’ stata quindi condannata solo per favoreggiamento della prostituzione e assolta per l’induzione e lo sfruttamento. L’accusa aveva chiesto una condanna a sei anni e mezzo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico