Musicista di 36 anni muore tra le onde dopo un tuffo dalla scogliera dei Lavi

Musicista di 36 anni muore tra le onde dopo un tuffo dalla scogliera dei Lavi
SIROLO -  Il mare si è portato via un’altra giovane vita e non ha avuto pietà di un ragazzo d’oro, intelligente, solare, sensibile. Amava la musica...

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SIROLO -  Il mare si è portato via un’altra giovane vita e non ha avuto pietà di un ragazzo d’oro, intelligente, solare, sensibile. Amava la musica e l’insegnamento, Emanuele. Gli alunni disabili che seguiva a casa e a scuola e la band con cui si esibiva anche all’estero riempivano le sue giornate, lo rendevano felice. L’hanno tradito le onde, sempre più alte e impetuose, alimentate dal vento che si è alzato all’improvviso da nord e ha trasformato la baia in una trappola infernale.






 

Non è chiaro se la corrente forte l’abbia spinto contro gli scogli, se abbia avuto un malore o se abbia cominciato a bere per lo sforzo compiuto e per la risacca: sarà l’autopsia a fare chiarezza. La tragica certezza è che Emanuele Gualini, osimano di 36 anni, è annegato sotto gli occhi di due amici e di altri giovani che si divertivano a fare i tuffi sotto la scogliera dei Lavi, nei grottini di Sirolo, tra la spiagge Urbani e dei Frati. Quando i soccorritori della Croce Rossa di Ancona sono intervenuti con l’idroambulanza - erano le 15 - hanno potuto solo recuperare il corpo e tentare una disperata rianimazione, proseguita nella spiaggia del Corallo a Numana, dove poi è atterrata l’eliambulanza. A prestare aiuto, prima dell’arrivo del 118, anche un medico fuori servizio, specializzando di Anestesia a Torrette. Purtroppo è stato tutto inutile: il cuore di Emanuele non ha più ripreso a battere. La Capitaneria di Porto, intervenuta con i carabinieri di Numana, ha ascoltato i due amici di Emanuele: quando si sono resi conto che annaspava e non riusciva a risalire per il mare mosso, si sono tuffati per soccorrerlo, ma loro stessi sono andati in difficoltà. E’ stato un attimo. Il 36enne è finito sott’acqua e ha perso conoscenza, senza che nessuno riuscisse a raggiungerlo e a sostenerlo mentre le onde lo spingevano al largo. Di fronte a quella scena, un diportista si è avvicinato e ha tratto in salvo i due amici di Emanuele, ma lui non c’era più. Era ormai annegato all’arrivo dei soccorritori.

Proprio qui, ai piedi dei Lavi, un anno fa aveva perso la vita una 22enne di Perugia, sbattuta scontro gli scogli dalla violenza del mare, sotto gli occhi di un’amica. Questa nuova tragedia scuote la Valmusone e il mondo della musica: Emanuele, che lascia i genitori e un fratello più piccolo, era laureato in Psicologia e lavorava dal 2014 per la Cooss Marche come educatore e insegnante di sostegno in una scuola privata. Ma era anche un chitarrista molto apprezzato. In passato aveva fatto parte dei Dynasit e degli Humus, ma da alcuni anni con Mattia Campanari e Giuseppe Palumbo suonava nei Livermores, band punk-rock che propone musica ramones-core e che, prima del Covid, si era esibita in tutta Italia e in molti club d’Europa.


Il loro ultimo disco, uscito a dicembre, era andato a ruba negli States e in Canada. «Emanuele era un amico di tutti, noi gli volevamo bene e lui ce ne voleva anche di più: trattava ogni persona con rispetto» ricordano gli amici, sotto choc. «More I see, more I know, less I understand». E’ l’aforisma che campeggia sulla pagina Facebook di Emanuele, l’enig-Nisba, com’era soprannominato: «Più vedo, più conosco, meno comprendo». Sembra la premonizione di una tragedia davvero inconcepibile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico