«Paga o pubblico i video a luci rosse» Condannata per il ricatto all’amante

«Paga o pubblico i video a luci rosse» Condannata per il ricatto all’amante
SERRA DE’ CONTI -  «Se non mi paghi, metto online i nostri video». È con una frase di questo tenore che, secondo l’accusa, si sarebbe innescato...

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SERRA DE’ CONTI -  «Se non mi paghi, metto online i nostri video». È con una frase di questo tenore che, secondo l’accusa, si sarebbe innescato il piano estorsivo messo in atto da una 35enne romena nei confronti del suo ex amante, un 63enne jesino in pensione. Era stato l’uomo, stanco delle continue richieste di denaro, a denunciare tutto ai carabinieri e consentire l’arresto della ricattatrice che, secondo la prima ipotesi della magistratura, era riuscita a spillare all’uomo circa 60 mila euro in quasi un biennio. 


La donna, ieri mattina, è stata condannata dal gup Paola Moscaroli a due anni e due mesi di reclusione, considerando il rito abbreviato con cui ha proceduto la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Scaloni. La pena è stata diminuita rispetto a quanto chiesto la scorsa udienza dalla procura: tre anni e quattro mesi. Uno sconto basato sul riconoscimento di un solo episodio, evidentemente configurato dal giudice come l’unico esemplificativo dell’estorsione. Si tratta dell’ultima elargizione di denaro concessa dalla vittima all’imputata, ammontabile a 12 mila euro. Proprio quella tranche era stata fatale per la romena, bloccata all’esterno di un centro commerciale di Jesi, dai carabinieri. In quell’occasione – era il febbraio 2017 - la 35enne era finita in carcere per poi essere liberata. Un anno fa, a chiedere aiuto agli investigatori era stato il 63enne, parte civile tramite l’avvocato Giuseppe Muzi.
L’uomo si era rivolto a un amico carabiniere in servizio a Serra de’ Conti. Aveva raccontato la relazione fedifraga intrapresa con la romena, la fine della loro storia e l’inizio del ricatto: soldi in cambio del silenzio. Secondo quanto detto dalla vittima al momento della denuncia, il rapporto con la 35enne era iniziato nel 2014 e andato avanti per un paio di anni in maniera del tutto clandestina.


A un certo punto, la donna avrebbe iniziato a ricattarlo, chiedendo sempre più soldi. «O mi paghi o diffondo foto e video a luci rosse girati mentre stavamo insieme». Messo alle strette di fronte a un possibile naufragio del suo matrimonio, il pensionato era stato costretto – dice l’accusa – a pagare 60 mila euro in più tranche. L’ultima, quella dei 12 mila euro, aveva fatto scattare l’arresto. Per la procura, quella bustarella era stata la prova regina dell’estorsione. Un reato non configurabile secondo la difesa. I soldi presi dalla donna sarebbero serviti agli ex amanti per aprire un’impresa di pulizie in Romania. Per la 35enne, inoltre, le elargizioni di denaro sarebbero iniziate quando ancora i due stavano insieme. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico