Niente ferie e riposi, al pronto soccorso. Dal 7 marzo medici sempre in servizio, l'Asur cerca camici bianchi dalle coop

L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia
SENIGALLIA - Dal 7 marzo ferie e riposi sospesi per i medici del Pronto soccorso, per garantirne due nel pomeriggio, se non arriveranno rinforzi. La mattina ne rimarrà uno...

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SENIGALLIA - Dal 7 marzo ferie e riposi sospesi per i medici del Pronto soccorso, per garantirne due nel pomeriggio, se non arriveranno rinforzi. La mattina ne rimarrà uno da solo. Il primario ha informato dell’ultimo sforzo che verrà chiesto, non intende infatti proseguire nel corso dell’estate in queste condizioni.

 

C’è da dire che l’azienda sanitaria ha comunque preso in seria considerazione il suo grido d’allarme, in passato sottovalutato. La direzione dell’Area Vasta 2 dopo aver fatto un tentativo con la Marina militare, che ha però negato il suo appoggio trattandosi di un’emergenza legata alla carenza di personale, ha attivato la procedura per reperire medici esterni dalle cooperative.

Ancora non è arrivato nessuno ma nel frattempo sono state avviate anche delle selezioni per specialisti, specializzandi e neo laureati, con la speranza che qualcuno voglia lavorare al Pronto soccorso. Il problema di fondo è proprio questo che, potendo scegliere, i medici preferiscono altri reparti. Tra una settimana quindi se non arriveranno rinforzi la mattina ci sarà un solo medico di turno al Pronto soccorso. Gli utenti dovranno portare pazienza e non prendersela con il personale se le attese si allungheranno.

Nel pomeriggio per poter raddoppiare e garantire due medici salteranno ferie e riposi. Durante la notte invece si andrà avanti con i dottori spostati a rotazione da altri reparti, tramite ordini di servizio che vanno avanti ad oltranza da mesi. In questo contesto di carenza di organico c’è ancora attivo il reparto Covid con 14 posti letto che ormai da giorni, per fortuna, non si riempiono più. La media è di 5 ricoveri giornalieri.

Reparto che richiede personale chiamato a far fronte al Covid e al Pronto soccorso. Tra le due l’emergenza più attuale è diventata la seconda ormai. Trattandosi di un ospedale di rete un’ulteriore riduzione del reparto Covid deve tenere conto della situazione negli altri, soprattutto quello di Jesi.

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Corriere Adriatico