«Da eroi a tappabuchi, ora basta». La rabbia del personale della Medicina Interna, entra in scena anche l'avvocato

«Da eroi a tappabuchi, ora basta». Esplode lo sfogo della Medicina Interna. Entra in scena anche l'avvocato
SENIGALLIA  - «Da eroi a tappabuchi». Lo sfogo dei dottori della Medicina Interna chiamati, insieme ad altri, a tamponare la carenza di personale al Pronto...

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SENIGALLIA  - «Da eroi a tappabuchi». Lo sfogo dei dottori della Medicina Interna chiamati, insieme ad altri, a tamponare la carenza di personale al Pronto soccorso. Presenteranno anche loro un esposto, che fa seguito a quello dei sindacati dei giorni scorsi. Da anni il Pronto soccorso opera in costante carenza di organico medico, che da alcuni mesi viene risolto precettandolo dagli altri reparti. 

 


Per fermare gli ordini di servizio i medici del reparto di Medicina Interna hanno incaricato l’avvocato Corrado Canafoglia, dell’Unione nazionale consumatori, di richiedere un incontro con i vertici aziendali e i politici per sottoporre il problema e le relative soluzioni, ma anche per predisporre un esposto rivolto alle autorità competenti. «L’obiettivo principale di tale azione è la tutela della qualità dei servizi erogati all’utenza del Pronto soccorso e del reparto di Medicina Interna dell’ospedale cittadino - spiega il legale. - A una carenza cronica di organico in un reparto importante non si supplisce sottraendo risorse ad altri». L’avvocato Canafoglia prosegue ricordando che «i medici di Medicina Interna sono quelli che nella prima, seconda e terza ondata della pandemia tutti hanno definito eroi per aver combattuto insieme al personale infermieristico contro il virus, sono quelli che hanno affrontato turni massacranti e si sono occupati non solo di malati Covid». Restano stupiti di come in tanti anni una soluzione per gli organici del Pronto soccorso non sia stata trovata. 


«I medici del reparto di Medicina Interna, abituati a lavorare in silenzio a favore dell’utenza - conclude il legale - dicono basta e ritengono sia giunta l’ora di mettere mano al problema delle carenze di organico del Pronto soccorso, non intendendo trasformarsi da eroi a tappabuchi». I medici del reparto di Medicina Interna a maggio hanno inviato un’istanza in autotutela ai vertici aziendali, rappresentando le difficoltà operative legate alle carenze di organico del Pronto soccorso ma, non avendo avuto una risposta concreta, dopo sei mesi hanno deciso di non arrendersi. Se quest’ultima richiesta pubblica resterà inascoltata i medici saranno pronti a intraprendere la via giudiziaria.

 

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Corriere Adriatico