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SENIGALLIA - I titolari di undici strutture ricettive, soprattutto alberghi, sono stati intimati dalla Corte dei Conti a versare l’imposta di soggiorno, trattenuta per l’anno 2018. Avevano omesso di versare il dovuto oppure non avevano trasmesso per intero la quota di tassa al Comune, come era invece previsto secondo un calendario di quattro rate annuali.
Tutti hanno nel frattempo provveduto a pareggiare i conti, non appena intimato, e saldare il debito con l’ente. Gli albergatori nel 2018, anno della contestazione, erano anche agenti contabili perché maneggiavano denaro pubblico e chi era incaricato della gestione dei beni degli enti locali doveva rendere il conto della loro gestione, soggetto alla giurisdizione della Corte dei Conti.
La procedura prevedeva di rendere conto, limitatamente alla riscossione della tassa di soggiorno, al Comune per il quale la incassavano che poi avrebbe provveduto ad informare la Corte dei Conti.
Un problema che per il 2022, con gli incassi del 2021, non si registrerà più perché è stata modificata la qualifica di riscossione. «Adesso i titolari delle strutture ricettive non sono più agenti contabili – spiega Ilaria Bizzarri, assessore al Bilancio – ma responsabili della riscossione, cioè non hanno l’obbligo di rendiconto della gestione. Quando erano agenti contabili dovevano infatti fare il rendiconto della gestione che era oggetto di controllo da parte della Corte dei Conti. Chi non l’aveva fatta è stato segnalato alla Corte dei Conti e il Comune ha provveduto a notificarlo. E’ stato depenalizzato come reato».
Prima rischiavano la denuncia se non si mettevano in regola con i conti ora no. «Adesso incassano giorno per giorno – prosegue l’assessore – versano mensilmente e fanno una dichiarazione annuale». Pur non avendo più responsabilità penali dirette devono comunque pagare il dovuto e i controlli vengono ugualmente effettuati. «Per appurare che abbiano versato tutto ci arriviamo incrociando i dati – conclude l’assessore Bizzarri – con quelli della prefettura». Le presenze, infatti, vanno comunicate in prefettura e se i conti non tornano con quanto versato è facile da riscontrare l’ammanco, che verrà richiesto.
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Corriere Adriatico