A sorpresa c'è il dietrofront: Marina militare, niente medici per il pronto soccorso

A sorpresa c'è il dietrofront: Marina militare, niente medici per il pronto soccorso
SENIGALLIA -  Negato dalla Marina militare l’invio di quattro medici al Pronto soccorso e adesso si cerca personale tramite le cooperative. Dopo il sopralluogo di...

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SENIGALLIA -  Negato dalla Marina militare l’invio di quattro medici al Pronto soccorso e adesso si cerca personale tramite le cooperative. Dopo il sopralluogo di martedì scorso dai medici militari ieri è arrivata la risposta. Non possono prendere servizio perché loro operano in situazioni di emergenza, come poteva essere quella del Covid. Qui si trattava invece di tamponare l’assenza di organico che da tempo non viene assunto. 

 


L’azione successiva della direzione dell’Area Vasta 2 è stata così quella di dare mandato al provveditorato dell’Asur di contattare delle cooperative da cui attingere personale medico, come peraltro hanno fatto anche altre strutture e come suggerito da tempo dallo stesso primario e dalla direzione ospedaliera. «Nel frattempo i medici di ben 7 reparti continuano a ricevere ordini di servizio – riporta una nota diramata ieri da dalla segreteria regionale di Cimo/Fesmed - per svolgere a rotazione turni notturni in Pronto soccorso oltre che, contemporaneamente, in Medicina d’urgenza, nel reparto/covideria e in turno per la guardia medica notturna dove sono rimasti appena 5 medici ridotti allo stremo. Tutto questo per evitare di assumere medici a Senigallia». 


Il primo marzo andrà via un’altra dottoressa e a fine marzo, se non verrà rinnovato lo stato d’emergenza, terminerà il contratto covid per un altro medico. «Il vero nodo è quello delle assunzioni – prosegue la nota - e non si trovano medici per il Pronto soccorso, allora bisogna ripristinare in primo luogo l’organico degli altri reparti perché ci sono gravi carenze in tutti i reparti dell’ospedale, denunciate da anni e mai risolte, per consentire di supportare al meglio il Pronto soccorso, senza creare disagi agli altri reparti, molti dei quali sono da tempo in affanno. Poi è necessario ristrutturare il Pronto soccorso – conclude - con un progetto di lungo termine. Ma siamo sicuri che si voglia realmente investire sull’ospedale senigalliese?». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico