Il porto si trasforma in un'alcova di notte Incontri proibiti con sesso, droga e alcol

Il porto si trasforma in un'alcova di notte Incontri proibiti con sesso, droga e alcol
SENIGALLIA - Sesso, droga e alcol al porto. I volontari di Scientology hanno pulito un tratto della banchina di levante, in particolare la parte verso il molo dove si trovano gli...

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SENIGALLIA - Sesso, droga e alcol al porto. I volontari di Scientology hanno pulito un tratto della banchina di levante, in particolare la parte verso il molo dove si trovano gli scogli che separano la banchina dalla spiaggia. Hanno trovato di tutto, dalle siringhe ai preservativi fino alle bottiglie di birra e alcolici vuote. La notte nei grossi massi dietro i bilancini del molo accade di tutto: coppie che si scambiano effusioni a luci rosse, tossici che si iniettano l’eroina e giovani che si scolano qualche bottiglia. Tutti hanno in comune il senso di inciviltà che li porta ad abbandonare i rifiuti a terra. 


Uno spazio riparato da sguardi indiscreti, anche dall’occhio elettronico delle telecamere. I volontari, coordinati dallo staff della Missione della Chiesa di Scientology, da anni attivi in campo sociale per migliorare le condizioni ambientali per quanto riguarda il degrado, nell’ambito della prevenzione all’uso di droghe e nella divulgazione dei diritti umani, si sono subito attivati con l’attrezzatura adeguata per ripulire la zona. Domenica è avvenuto il blitz ecologico. Ad impressionare sono state soprattutto le siringhe usate. «Purtroppo la droga oggi è più allettante che mai – spiega Renata Aiudi, responsabile della Chiesa di Scientology di Senigallia - perché è disponibile in diverse forme facili da consumare e più economiche. Un giovane che magari ci avrebbe pensato due volte prima di infilarsi un ago in un braccio, può ora con maggior facilità fumare o sniffare la stessa droga. Questo è falsamente rassicurante e potrebbe darci l’idea che sia meno rischioso. La droga crea assuefazione in tutte le sue forme». Le siringhe abbandonate a terra rappresentano solo uno dei problemi legati a questa piaga, ma è tra quelli che affliggono i cittadini, le mamme, i bambini e tutti coloro che si possono trovare a contatto con questo tipo di rifiuto infetto. «Per quanto difficili – aggiunge Aiudi - i problemi della vita possono essere affrontati, le conseguenze derivanti dalla dipendenza sono sempre peggiori del problema che una persona vuole risolvere. Il risultato è una lunga discesa verso l’inferno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico