Minori in coma etilico davanti al locale, ex titolari sono sotto processo. Lettera al sindaco: vieti lei ai ragazzini di avvicinarsi al bar

Il Bar Flo sul lungomare Alighieri a Senigallia
SENIGALLIA - Con una lettera aperta al sindaco di Senigallia, Ardiccio Gorini chiede che venga emessa un’ordinanza per vietare ai minori di avvicinarsi al Bar Flo’ del...

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SENIGALLIA - Con una lettera aperta al sindaco di Senigallia, Ardiccio Gorini chiede che venga emessa un’ordinanza per vietare ai minori di avvicinarsi al Bar Flo’ del lungomare Alighieri che per tanti anni lui e il fratello hanno gestito. Lo chiede per aiutare i nuovi gestori, attenti e scrupolosi, ma nel mirino di genitori detective come era capitato a loro tre anni prima. I fratelli Gorini a novembre dovranno dimostrare davanti ad un giudice di non aver venduto alcol ai minori, come gli viene contestato. Accusa che loro rigettano ma ciò che trovano inaccettabile è che i nuovi gestori debbano subire gli stessi attacchi.


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Nel 2017 i fratelli Gorini erano incappati nei controlli della polizia che li aveva fatti chiudere perché due minorenni erano andate in coma etilico nella piazza antistante. Giovani che loro assicurano di non aver mai visto dentro il loro bar. Alcune testimonianze raccolte dalla polizia vanno invece nella direzione opposta. Si sentono i capri espiatori di un sistema che non è cambiato, perché i ragazzini continuano ad ubriacarsi ancora adesso anche se loro non ci sono più. Il bar di via Dalmazia è stato dato in gestione. «Dopo la vera e propria mattanza risalente a tre anni fa – scrive Ardiccio Gorini - per la quale dovremo rispondere nei Tribunali, continuano le segnalazioni. Noi vecchi gestori abbiamo cessato l’attività lasciandola ai giovani che, con entusiasmo e sacrifici si impegnano ogni giorno ma purtroppo l’opinione pubblica continua ad additare ancora il locale». 

Da qui nasce una proposta. «Caro Maurizio ti chiedo di intervenire con un’ordinanza che obblighi i minorenni nelle serate della movida a mantenere la distanza dal bar di almeno 50 o 100 metri. Con questo non voglio discriminare nessuno, ho sempre amato gli adolescenti avendo allenato per 25 anni quella fascia di età. L’esasperazione per la brutta vicenda vissuta e la prospettiva che possa accadere di nuovo anche ai nuovi giovani gestori, mi spinge a questo, contro la vigliaccheria e l’incapacità educativa di chi passa le ore a filmare e fotografare per segnalare cose che non esistono».
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Corriere Adriatico