Senigallia, fa prostituire una 16enne I genitori: danni per 100mila euro

Processo per la baby prostituta
SENIGALLIA - Avrebbe indotto una minore a prostituirsi, prestandole un camper dove incontrare i clienti agganciati tramite siti hot. E poi, l’avrebbe personalmente...

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SENIGALLIA - Avrebbe indotto una minore a prostituirsi, prestandole un camper dove incontrare i clienti agganciati tramite siti hot. E poi, l’avrebbe personalmente accompagnata nei luoghi stabiliti dagli uomini per consumare gli atti sessuali con tariffe che potevano sfiorare anche i 250 euro. È partito ieri il processo che vede imputata con la duplice accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione la senigalliese di 42 anni arrestata lo scorso marzo dai carabinieri e poi tornata libera. La donna, difesa dall’avvocato Ruggero Tomasi, ieri era presente in aula per la prima udienza. Non ha voluto mancare neanche la madre della presunta vittima, all’epoca dei fatti - nel 2016 - 16enne. I genitori si sono costituiti parte civile (a rappresentarli sono i legali Massimo Canonico e Stefania Frega), chiedendo un risarcimento danni di 100mila euro. Se il collegio penale concederà la somma, parziale o totale, i soldi verranno interamente devoluti in beneficienza. L’ente scelto è la Lega del Filo d’Oro. La terza parte civile al procedimento è la stessa minore, rappresentata dall’avvocato Anna Vittoria Banzi. La vittima non ha quantificato il presunto danno. 
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Corriere Adriatico