Poliziotto sott’accusa, pc e telefonini al setaccio: gli indagati sono sette

Poliziotto sott’accusa, pc e telefonini al setaccio: gli indagati sono sette
SENIGALLIA - Sette indagati, due inchieste e una ventina di dispostivi da analizzare. Sono questi i numeri della doppia indagine che riguarda Mirko Minghelli, l’ispettore...

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SENIGALLIA - Sette indagati, due inchieste e una ventina di dispostivi da analizzare. Sono questi i numeri della doppia indagine che riguarda Mirko Minghelli, l’ispettore capo del Commissariato di Senigallia denunciato e sospeso dal servizio un mese fa per presunti illeciti commessi sfruttando la sua posizione da pubblico ufficiale: da un parte, stando alle ipotesi della procura, avrebbe “lavorato” sotto traccia per un’agenzia investigativa di Modena per fornire informazioni riservate su alcune persone attingendo dai database ministeriali; dall’altra sarebbe stato in combutta con un carrozziere alle porte di Senigallia per simulare danni alle auto e poi stilare false denunce per ottenere premi assicurativi. 


Ieri, per entrambi i filoni, il pm Paolo Gubinelli ha dato incarico all’analista forense Andrea Russo di scandagliare i dispositivi elettronici sequestrati all’epoca delle perquisizioni eseguite dalla Squadra Mobile nei confronti degli indagati. In totale sono sette per le due tranche. I pezzi d’elettronica da analizzare sono invece una ventina. 

Tra questi ci sono pc, tablet e smartphone. Al conferimento dell’incarico, avvenuto all’interno degli uffici della procura, era anche presente l’ispettore capo, sostenuto dal suo legale Ruggero Tomasi. Il consulente della procura avrà sessanta giorni di tempo, salvo richieste di proroghe, per presentare sul tavolo del pm una relazione sui contenuti dei dispositivi. La sospensione nei confronti di Minghelli era scattata dopo l’indagine portata avanti dai colleghi della questura dorica. Per la parte che riguarda la presunta collaborazione con l’agenzia investigativa, l’ispettore è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici, rivelazione dei segreti d’ufficio e corruzione. Nell’altro filone: falso ideologico, materiale e truffa ai danni delle assicurazioni. Durante le perquisizioni, dall’officina erano state sequestrate una cinquantina di pratiche assicurative ritenute sospette dalla procura.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico