SENIGALLIA - Alla sbarra un pastore sardo accusato di stalking nei confronti di una 54enne senigalliese, pedinata e raggiunta per mesi da lettere, messaggi e telefonate a sfondo...
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A chiedere il rinvio a giudizio è stato il sostituto procuratore Giovanna Lebboroni sulla scorta degli elementi emersi nel corso delle indagini, condotte dal Commissariato di Senigallia dove la vittima si è rivolta insieme al nuovo compagno, non riuscendo più a condurre una vita normale. Difesa dall'avvocato Domenico Liso, la 54enne ha deciso per l'incolumità di tutti di chiedere l'intervento delle forze dell'ordine.
La denuncia risale ad un anno fa, al 30 aprile 2014, quando esausta per il tormento subito da lei e dal compagno, la donna ha chiesto aiuto. Da quel giorno la situazione è addirittura peggiorata. Con il suo stalker aveva avuto una relazione, terminata per sua volontà. Lui però non si era mai dato pace e, nonostante abitasse a 130 chilometri di distanza, tutti i giorni si presentava davanti al portone di casa della donna che abita alle porte del centro storico.
Non era però l'unica visita della giornata perché, con l'arrivo dell'estate, il 58enne si presentava anche nello stabilimento balneare dove la sua ex cercava momenti di relax dal lavoro ma soprattutto dai suoi pedinamenti.
Alla presenza fisica che imponeva alla donna aveva abbinato anche una intensa corrispondenza, a senso unico, che prevedeva l'invio di lettere, messaggi e anche telefonate dove l'uomo faceva espliciti riferimenti sessuali ritenuti disgustosi per la loro volgarità dalla vittima. Materiale dal contenuto a luci rosse, finito agli atti.
L'ossessione nel voler possedere anche fisicamente e sessualmente la sua vittima ha portato il Pm a ritenere che vi fossero le condizioni per chiedere il rinvio a giudizio, subito concesso. "Con condotte reiterate molestava la persona con la quale aveva avuto una precedente relazione sentimentale - si legge negli atti - così da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e di paura e da ingenerare in lei un fondato timore per la propria incolumità.
In particolare in diverse occasioni inviava lettere dal tenore osceno e di diretto "attacco" alla persona, numerosi messaggi via cellulare, accompagnati ad altrettante chiamate in diverse ore della giornata sull'utenza fissa, nonché rivolgeva minacce al suo nuovo compagno e a suo figlio. Sostava dove risiedeva, ne controllava i movimenti e le abitudini, nonostante lo stesso abiti a circa 130 chilometri di distanza. Stazionava anche nei pressi dello stabilimento balneare".
Il processo a carico del 58enne, che deve rispondere di atti persecutori, si è aperto mercoledì 27 maggio ad Ancona. La prossima udienza è stata fissata per il 23 giugno per iniziare ad ascoltare i testimoni oltre ai diretti interessati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico