Don Paolo arriva al Portone in bici Saluti, poi la messa e il rinfresco

Don Paolo arriva al Portone in bici Saluti, poi la messa e il rinfresco
SENIGALLIA - Don Paolo Gasperini, in versione “don Matteo”, ha raggiunto in sella alla sua bicicletta la parrocchia del Portone dove ieri si è insediato come...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SENIGALLIA - Don Paolo Gasperini, in versione “don Matteo”, ha raggiunto in sella alla sua bicicletta la parrocchia del Portone dove ieri si è insediato come parroco. E’ partito verso le 17.15 dalla chiesa della Pace, di via Raffaello Sanzio, che lo scorso 8 ottobre ha consegnato a don Paolo Montesi, per recarsi verso la sua nuova parrocchia. Ha scelto di passare dalla meno trafficata via Verdi e, una volta terminato Corso Matteotti, ha trovato il sindaco Maurizio Mangialardi e il vescovo Franco ad attenderlo sul sagrato insieme ad una folla di fedeli. Fuori dalla chiesa anche uno striscione con la scritta “arrivo” e un altro di bentornato rivolto a lui e a Stefano Basili, suo vice. Entrambi infatti avevano fatto delle esperienze in passato al Portone. Sono quattro le parrocchie di cui ha assunto la guida ieri don Paolo Gasperini: Portone, Ciarnin, Cristo Redentore e Santa Maria Goretti.


Al suo fianco don Stefano Basili e don Davide Barazzoni. A presiedere la funzione delle 18, in cui è avvenuto l’insediamento ufficiale, è stato il vescovo Franco. La celebrazione eucaristica è stata trasmessa in diretta streaming dalla Diocesi di Senigallia per consentire anche a chi non ha potuto essere presente di seguirla da casa.


«Volevo raccontarvi una cosa - le parole di don Paolo -, un’esperienza straordinaria che ho vissuto stamattina, un incontro pieno, autentico, di quelli che riempiono il cuore e ti fanno crescere. Poi dopo pranzo ho avuto un altro regalo da una persona malata che ha chiamato e siamo andati a trovarla. Se non partiamo dalle situazioni di umanità profonda, vera e autentica non andiamo da nessuna parte, la nostra presenza come comunità cristiana non avrebbe molto senso. Si deve partire e continuare dai poveri oppure chiudiamo baracca, ma non per una scelta di campo perché non avrebbe senso allora esserci. Volevo sottolineare una cosa della nostra vita di preti: la comunione. Si deve camminare insieme oppure non c’è storia. Dobbiamo andare all’essenziale, non dobbiamo perderci dietro a stupidaggini». Dopo la messa, la festa con rinfresco nel campetto dell’oratorio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico