La sorella di Alessandra: «Tenete Giovanni in carcere o ucciderà anche me»

La sorella di Alessandra: «Tenete Giovanni in carcere o ucciderà anche me»
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ANCONA - «Ora vivo nel terrore, se lo lasciano libero ammazzerà pure me o i miei cari». Prima ancora di chiedere giustizia, invoca sicurezza per se stessa e per i suoi familiari. Stefania non ha più lacrime da versare. È una donna distrutta. «Come si fa a superare un dolore del genere?» si dispera, mentre fissa il punto in cui la sorella, Alessandra Matteuzzi, è stata massacrata dall’ex fidanzato, Giovanni Padovani.

Il post di Padovani: «Scusate, è l’ora di andarmene. Ho dimostrato quanto valgo». Poi ha ucciso la ex

 

«Ero al telefono con lei - racconta -. Ci sentivamo sempre quando tornava a casa perché era spaventata dal comportamento di Giovanni, la perseguitava. Il 29 luglio l’aveva denunciato perché lui le faceva degli agguati, entrava nel condominio, staccava la luce dell’appartamento. Una volta se l’è trovato sul balcone, si era arrampicato fino al secondo piano. A giugno aveva spaccato piatti e bicchieri in casa». Stalking, pedinamenti e pressioni psicologiche che andavano avanti da tempo. «Erano stati insieme per un annetto, ma si vedevano poco perché lui giocava in Sicilia - racconta Stefania -. E da gennaio ha cominciato ad avere delle ossessioni su di lei: era geloso, aveva la fissazione che lo tradisse». Alessandra, stanca del suo atteggiamento morboso, aveva deciso di lasciarlo e a fine luglio aveva trovato la forza di denunciarlo. «Ma ancora non era stato preso nessun provvedimento ». Martedì sera, l’ultima telefonata e l’assassinio in diretta. «Mi ha detto: “Adesso salgo”. Poi è spuntato fuori lui - ricorda Stefania -. Mia sorella urlava: “Giovanni, no! Ti prego, aiuto”. Ho sentito anche lui gridare. Poi la comunicazione è caduta. Ho chiamato i carabinieri, ma quando sono arrivati lui l’aveva già massacrata di botte. Ora sono terrorizzata: se non resterà in carcere, ucciderà anche me». 

 

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Corriere Adriatico