Nanda e Mario, uccisi dal virus in 6 giorni. Il dolore della figlia: «E c’è ancora chi lo sottovaluta»

Nanda e Mario, uccisi dal virus in 6 giorni. Il dolore della figlia: «E c’è ancora chi lo sottovaluta»
SENIGALLIA  - Nemmeno il Covid ha potuto dividere Nanda e Mario, uniti da oltre cinquant’anni di matrimonio. Sono stati ricoverati in ospedale lo stesso giorno: il 27...

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SENIGALLIA  - Nemmeno il Covid ha potuto dividere Nanda e Mario, uniti da oltre cinquant’anni di matrimonio. Sono stati ricoverati in ospedale lo stesso giorno: il 27 novembre. Lei è morta giovedì scorso, lui ieri, a distanza di soli sei giorni. Il virus è entrato all’improvviso nella loro vita, sconquassandone la quotidianità e nel giro di poche settimane se li è portati via. Vivevano in via dei Garofani alle Saline. Nanda Casagrande, che tutti chiamavano Nadia, aveva 76 anni e si era sempre occupata della famiglia. Casalinga, moglie e madre premurosa. 

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Mario Vici invece, che di anni ne aveva 80, aveva guidato l’ambulanza per il Misa Soccorso, poi diventato 118, e si era successivamente trasferito in ufficio quando erano sopraggiunti problemi al cuore. Nanda invece è sempre stata bene di salute. Mario ha lavorato anche per la Croce rossa e da quando era andato in pensione passava spesso le giornate in piazza Roma, davanti al Municipio, intrattenendosi con altri coetanei. «Si sono ammalati entrambi e nel giro di pochi giorni la febbre si è alzata molto – racconta la figlia Susan che viveva con loro – continuava ad aumentare e allora il 27 novembre ho chiamato un’ambulanza. Nel pomeriggio hanno ricoverato in ospedale mio padre. Mentre lo portavano via piangeva. Non ha detto nulla ma aveva capito che stava andando a morire. La sera poi l’ho dovuta richiamare per mia madre. Non voleva salire in ambulanza. Le sue ultime parole sono state “perché mi fai questo?”. Proprio il grande amore che avevo per lei mi ha spinto a chiedere aiuto ma forse non l’ha capito».


Da quel giorno Susan è rimasta sola. Viveva con loro che erano tutto il suo mondo. Adesso le rimane solo la sorella che non abita lì. «Nonostante mio padre avesse già problemi di salute è vissuto più a lungo di mia madre – prosegue la figlia –, lei è morta giovedì scorso, lui stamattina (ieri ndr). Non li ho più visti e sentiti. Sono rimasta sola, erano degli angeli con me, mi adoravano e facevano di tutto pur di vedermi felice. Mi mancheranno tantissimo». Susan Vici vorrebbe dire qualcosa ai negazionisti che non credono nel Covid, il virus che in pochi giorni l’ha resa orfana di entrambi i genitori. «Il Covid esiste davvero purtroppo – conclude – vorrei dire alla gente di stare attenta, di indossare sempre la mascherina e di evitare assembramenti. La gente ancora non l’ha capita, ha sottovaluto il problema. Vedo il centro sempre pieno, una fiumana lungo il Corso, tutti ammassati. Non dico che dovrebbero restare in casa ma sarebbe meglio facessero una passeggiata al mare dove c’è più spazio rispettando le distanze. Di Covid si muore e non solo avendo delle malattie. Mia madre stava bene e di sicuro entrambi sarebbero stati ancora vivi se non lo avessero contratto».

 


I funerali saranno oggi ma Susan, in quarantena essendo entrata in contatto con i genitori, non potrà dare loro nemmeno l’ultimo saluto. Al dolore della perdita di entrambi i genitori, in pochi giorni, si unisce lo strazio di non poterli accompagnare al cimitero e di non poter trovare conforto in un abbraccio amico, che avrebbe potuto almeno tentare di lenire tanto dolore.

 

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Corriere Adriatico