Multa anti-lucciole a un anconetano "Manca il divieto". E lui fa ricorso

Prostitute fermate e allontanate dalle forze dell'ordine
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SENIGALLIA - Primo ricorso ad una maximulta da 400 euro presentato da un 55enne anconetano, sorpreso alle Saline con due lucciole in auto. L'uomo, che riceverà anche il sollecito a casa, non intende pagare. Il motivo? "Non ci sono cartelli che indicano il divieto, quindi non potevo saperlo". Questa, in sintesi, la motivazione addotta. Il ricorso, trattandosi di un regolamento, è stato presentato al sindaco. L'uomo era stato sorpreso con due prostitute in auto nel corso di un controllo congiunto tra polizia e vigili urbani. A fermarlo in via Podesti era stata un'auto civetta a bordo della quale si trovava il dirigente del Commissariato, il vicequestore aggiunto Agostino Maurizio Licari. Di fronte alla pattuglia due prostitute stavano attenendo i clienti. Ad un tratto si è fermato con le due romene un 55enne che poi le ha fatte salire entrambe in macchina. L'auto civetta lo ha quindi seguito. Il cliente ha fatto inversione dentro un parcheggio per tornare indietro e le forze dell'ordine, approfittando della manovra, hanno estratto la paletta fermando l'utilitaria. Il conducente ha subito contestato la multa, sostenendo non vi fossero lungo la strada dei cartelli per indicare il divieto. Trattandosi di un regolamento comunale, e non di un divieto al Codice della strada, non sono necessari cartelli ma la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale come di fatto è avvenuto. Ma l'uomo ha inteso proseguire nel suo ricorso. A questo punto il trasgressore dovrà attendere la risposta di Mangialardi, intenzionato però a rigettare il ricorso. Non appena gli verrà notificata a casa l'ordinanza di ingiunzione, potrà presentare ricorso al Giudice di Pace. A quel punto la sua privacy potrebbe venire meno dal momento che le udienze si svolgono a porte aperte, salvo rare diverse disposizioni.
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Corriere Adriatico