Bar chiusi alle 21, rivolta dei bagnini contro l'ordinanza: «Cosi ci costringete a licenziare»

Senigallia, Bar chiusi alle 21, rivolta dei bagnini contro l'ordinanza: «Cosi ci costringete a licenziare»
SENIGALLIA - Bagnini sul piede di guerra per la chiusura dei bar alle 21, con sole 9 deroghe e la possibilità di rimanere aperti fino alle 23 per le attività...

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SENIGALLIA - Bagnini sul piede di guerra per la chiusura dei bar alle 21, con sole 9 deroghe e la possibilità di rimanere aperti fino alle 23 per le attività sportive. A rischio molti posti di lavoro tra baristi e musicisti. «Siamo amareggiati per un provvedimento che non rappresenta le esigenze del turismo – interviene Giacomo Cicconi Massi, referente di Confartigianato balneari -, incomprensibile per quanto uno si sforzi.

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È un passo indietro clamoroso. Anche il fatto di chiudere i bar alle 21 e concedere l’attività sportiva fino alle 23 non ha senso. Se c’è una partita di beach volley e un giocatore ha sete non può avere una bottiglietta d’acqua perché il bar è chiuso. Qualcuno inoltre tra gli stagionali rimarrà a casa essendoci meno ore di lavoro». 

La delusione 

La categoria aveva annunciato di scendere in piazza ma per il momento la protesta è congelata. «Per adesso non faremo nulla – prosegue Cicconi Massi –, vediamo quanto peserà questo provvedimento. Il tempo per le proteste e per compiere qualche azione ce l’abbiamo. Non è una battaglia di Confartigianato balneari, è del turismo, da fare tutti insieme. Resta la grande delusione. È brutto vietare ad un’impresa di fare impresa, far chiudere una serranda per un’ordinanza». Le 4 deroghe al mese, per stare aperti fino a mezzanotte, non sono bastate alla categoria che si aspettava almeno il doppio. «L’ordinanza ci pone in una condizione di difficoltà con il personale perché la stagione va programmata in anticipo – interviene Filippo Borioni, Bagni 77 –. Se cala il lavoro, perché cambiano le carte in tavola, ci vediamo costretti a mandare via il personale. Questa misura fa male a tutti, a tutta la città. È una norma discriminatoria perché permette a chi ha un ristorante in spiaggia di poter rimanere aperto anche come bar. Le attività musicali che ho programmato per sostenere una città e un settore colpito, quello dei musicisti, non contano? Una città turistica non vede la differenza tra lunedì e sabato, di questo passo Senigallia si scaverà la fossa come destinazione turistica». La stessa ordinanza prevede la chiusura della spiaggia da mezzanotte. Ci sarà quindi del tempo in cui chiunque, anche i vandali, potranno accedere agli stabilimenti chiusi. Molti operatori rimanendo aperti avrebbero anche garantito la vigilanza fino a mezzanotte. «In una città come Senigallia a vocazione turistica dobbiamo garantire un ventaglio di offerte e di servizi che possano incentivare il turista a rimanere più a lungo e con un grado di soddisfazione elevato – dichiara Carlo Schiaroli, presidente Cna Senigallia –, crediamo che limitare così tanto gli stabilimenti non sia la soluzione giusta. Ci dispiace che non siano state accolte le nostre proposte». Sib Confcommercio tramite il presidente Claudio Pompei aggiunge: «È una delle ordinanze più restrittive degli ultimi tempi con 4 deroghe al mese contro le 8 dello scorso anno. Vorremmo almeno nella serata a settimana concessa lavorare fino alle 2 visto che sono già poche. Si crea così una disparità perché chi è consorziato ha orari più snelli, può stare aperto più a lungo, e chi ha il semplice bar nello stabilimento deve chiudere prima. Molto stretta questa ordinanza che ci penalizza molto».

 

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Corriere Adriatico