«Ci rivediamo», l'ultimo saluto del conte Filippo Cicconi Massi: sconfitto dal Covid a 94 anni

Il conte Filippo Cicconi Massi aveva 94 anni
SENIGALLIA - «Ci rivediamo». Le ultime parole del Conte Filippo Cicconi Massi rivolte al figlio Francesco dall’ospedale, prima di morire. Aveva 94 anni. Era...

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SENIGALLIA - «Ci rivediamo». Le ultime parole del Conte Filippo Cicconi Massi rivolte al figlio Francesco dall’ospedale, prima di morire. Aveva 94 anni. Era stato ricoverato perché le sue condizioni si erano aggravate a causa di un tumore. Poi è sopraggiunto il Covid. «Il primo tampone era negativo - ricorda il figlio Francesco - ma, avendo già un fisico debilitato per le difese immunitarie molte basse, ha preso il virus. Ha affrontato la situazione con grande dignità, forte e rassicurante anche nell’ultima telefonata». 

 

 
I Cicconi Massi sono una famiglia nobile, originaria di Sant’Elpidio, dove hanno anche un teatro e una via dedicata. I genitori di Filippo Cicconi Massi si erano trasferiti a Senigallia, nel palazzo signorile di via Marchetti dove vive ancora la famiglia. A soli 16 anni, dopo aver perso in guerra il padre, lui partì per il fronte. Una volta tornato si dedicò alla produzione cinematografica di documentari. In quel periodo trascorreva molto tempo a Roma. Erano gli anni della Dolce Vita e tra i suoi amici illustri c’era Totò che lo chiamava “Il Conte”. Tornato a Senigallia si occupò della gestione dell’azienda agricola e iniziò a coltivare la sua passione per la sociologia. 


Era solito percorrere chilometri in bicicletta e solo nell’ultimo anno aveva acquistato un modello con la pedalata assistita. Un fisico forte, minato ultimamente dalla malattia e negli ultimi giorni anche dal Covid, preso in ospedale dove si trovava ricoverato in già gravi condizioni di salute. «Papà, pochi giorni dopo essere entrato in ospedale, già consapevole della tua situazione, mi dicesti: “certo, com’è beffarda la vita, vivi per quel 10% del tempo che ti dà gioia e senso, perché il restante 90 è solo in funzione di quell’altra minima parte” - riporta un passaggio della lettera che il figlio ha condiviso con i presenti sabato in Duomo, dove si sono svolti i funerali -. E già papà, il senso della vita è poter essere veramente felici almeno per due ore e mezza. Ciao Papà, ci rivediamo! Come mi hai detto tu l’ultima volta che ci siamo sentiti al telefono». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico