Alluvione, la difesa di Mangialardi «Nessun ritardo, noi subito attivi»

Alluvione, la difesa di Mangialardi «Nessun ritardo, noi subito attivi»
SENIGALLIA -  Mangialardi respinge le accuse. In particolare sulla gestione dell’emergenza nella mattina del 3 maggio 2014. Secondo il sindaco, interrogato ieri mattina...

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SENIGALLIA -  Mangialardi respinge le accuse. In particolare sulla gestione dell’emergenza nella mattina del 3 maggio 2014. Secondo il sindaco, interrogato ieri mattina in Procura, ritardi nel dare l’allarme non ci sono stati e, su richiesta dei pubblici ministeri, fornirà ulteriore documentazione per confermare la tempistica di quanto sostenuto. Aveva atteso da tempo Mangialardi la possibilità di raccontare agli inquirenti la sua versione sull’alluvione del 3 maggio 2014. Ieri lo ha potuto fare. Si è difeso con tono pacato ma determinato dai sette pesanti capi d’accusa: disastro colposo, l’omicidio colposo, morte o lesione come conseguenze di un altro delitto, inondazione, delitto colposo contro la pubblica incolumità, abuso d’ufficio e omissione in atti d’ufficio.


Nel corso delle indagini non era mai stato sentito. Di questo si era molto rammaricato. «Durante un interrogatorio durato tre ore e mezzo – afferma il sindaco – e svoltosi in un clima di tranquillità, ho reso ragione punto su punto dei fatti contestatimi. Ho consegnato ai pubblici ministeri una memoria di 60 pagine, riservandomi comunque di produrre ulteriore documentazione, attraverso cui provo a chiarire l’operato dell’Amministrazione comunale e, in particolare, gli iter amministrativi riguardanti il progetto delle vasche d’espansione, il piano d’assetto idrogeologico, la realizzazione del PercorriMisa, nonché la gestione dell’allerta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico