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SENIGALLIA - Colto da un malore lungo il Corso 2 Giugno, è morto ieri mattina Maurizio Liverani. Scrittore, giornalista e registra. Aveva 92 anni. Un taxi, che personalmente aveva chiamato, l’ha raggiunto sotto casa. Doveva recarsi in ospedale per una visita ma appena il tassista ha aperto la portiera, per farlo accomodare, si è accasciato tra le sue braccia. I soccorritori hanno provato per oltre un’ora a rianimarlo. Sul posto sono arrivate due ambulanze. Anche una volante del Commissariato per tenere lontani i curiosi.
Erano da poco passate le 12 e c’era parecchia gente in giro.
Nel dopoguerra si era trasferito a Roma, passando attraverso la militanza nel Partito comunista, nella redazione di Paese Sera come giornalista e critico cinematografico. Una collaborazione terminata nel 1966 quando iniziò a frequentare il mondo del cinema. In quel periodo aveva scritto e diretto i film “Sai cosa faceva Stalin alle donne?” e “Il solco di pesca”.
Negli anni romani aveva avuto modo di conoscere anche Federico Fellini e Alberto Sordi, di cui era diventato amico. Era approdato infine a Senigallia, dove aveva avviato nuovi progetti insieme all’artista Chiara Diamantini, compagna di una vita. Si era dedicato in particolare ai documentari, tornando anche al giornalismo collaborando con l’agenzia “Distampa”. Maurizio Liverani lascia la moglie Chiara, i figli Livia e Luca e il nipote Leonardo. Il regista 92enne era inoltre lo zio del consigliere comunale di Fdi Marcello Liverani. I funerali si terranno domani pomeriggio con rito civile in forma privata. La salma sarà cremata. La camera ardente è stata allestita presso la camera mortuaria dell’ospedale, aperta alle visite dalle 8 alle 20.
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