Rapinatore libero. «Neanche un po’ di carcere, non è giusto»

Rapinatore libero. «Neanche un po’ di carcere, non è giusto»
SENIGALLIA - Rimesso in libertà il 20enne senigalliese dopo la convalida dell’arresto per tentata rapina e lesioni. Filippo Pongetti aveva infatti cercato di derubare...

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SENIGALLIA - Rimesso in libertà il 20enne senigalliese dopo la convalida dell’arresto per tentata rapina e lesioni. Filippo Pongetti aveva infatti cercato di derubare il titolare del Kebab di via Fagnani, di fianco al municipio ma Sameer Virk, dopo una colluttazione, lo aveva immobilizzato e fatto arrestare, scoprendo che si trattava di un suo cliente. «Non è giusto che sia già libero – sbotta Sameer Virk, titolare del Sameer Doner Kebab -. Le leggi italiane non sono abbastanza severe. Nel paese mio chi compie una tentata rapina va in carcere così gli passa la voglia di riprovarci».


Sameer è pakistano. A Senigallia si è perfettamente integrato. E’ un grande lavoratore e, proprio perché sa quanto è faticoso guadagnarsi uno stipendio, non ha ceduto quando il giovane senigalliese è entrato nel suo locale minacciandolo per farsi consegnare l’incasso. Quei 50 euro li ha difesi a costo di prendersi qualche pugno, valso una prognosi di 10 giorni. Tenendo una mano in tasca il ragazzo gli aveva fatto intendere di avere un coltello e che lo avrebbe usato se non gli avesse consegnato i soldi. In realtà non aveva nulla. Aveva inoltre riferito che all’esterno c’erano i suoi amici complici. Non era vero. Per Sameer l’unico rammarico è che il ragazzo, per un reato molto grave come la tentata rapina, non sia mai andato in carcere. Dopo l’arresto, effettuato dalla polizia, l’autorità giudiziaria ha disposto i domiciliari fino alla mattina del 31 dicembre quando il Gip del Tribunale di Ancona lo ha rimesso in libertà dopo aver convalidato l’arresto.

Il giudice non ha fatto altro che applicare la legge. «Mi dispiace – prosegue Sameer Virk – perché domani potrà tornare a fare il ladro un’altra volta. Leggi più severe garantirebbero una maggiore sicurezza. Ho scoperto poi che era stato anche un mio cliente quando avevo aperto anche se poi non lo avevo più visto. Non mi ha nemmeno chiesto scusa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico