Si sbattezza alla festa degli atei La chiesa della Croce non ci sta

Si sbattezza alla festa degli atei La chiesa della Croce non ci sta
SENIGALLIA - Arrivate in città le prime richieste per essere sbattezzati e un giovane lo ha fatto proprio nel primo giorno del festival degli atei che, come prevedibile, ha...

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SENIGALLIA - Arrivate in città le prime richieste per essere sbattezzati e un giovane lo ha fatto proprio nel primo giorno del festival degli atei che, come prevedibile, ha scatenato polemiche tra i cattolici. Negli stand è possibile conoscere la piattaforma sbattezzati.it «Ogni mese dal sito vengono scaricati 4.000 moduli – spiega Paul Manoni, referente senigalliese di Uaar – nel corso del festival spieghiamo come funziona. Un ragazzo, non di Senigallia, ha preso i moduli, li ha compilati e spediti venerdì». Dovrà farli avere nella sua parrocchia.


In città ci sono già alcuni casi, anche se pochi. «Nelle parrocchie della città già arrivano richieste di questo genere – spiega Monsignor Giancarlo Cicetti, ex parroco del Duomo – in verità rare ancora. Si adempie ciò che la normativa prevede». Polemiche dalla Confraternita della Croce. «Mi spiace che accadano cose del genere – commenta Maurizio Perini, consigliere della Confraternita della Croce e consigliere comunale – perché sono fatte al solo fine di danneggiare la chiesa. Il Comune non avrebbe dovuto concedere il patrocinio. È un tentativo di disintegrare la società minando i suoi valori». Duro anche don Giuseppe Cionchi, collaboratore della Chiesa della Croce. «In questo convegno il chiasso è tanto per le maledizioni contro i cristiani – commenta - perché predicano la pace, la fratellanza universale, il perdono, l’amore, la carità. La notizia choc è lo sbattezzo. Con il battesimo ogni essere umano è dichiarato figlio di Dio: ieri, oggi, domani, sempre. Allora per cancellare Dio, si cancella il battesimo. E’ una bufala, non si può fare, beviamoci sopra il fragolino».


Proteste social invece per la Cirinnà. Tra i temi trattati anche il fine vita. «Nessuno può condannarvi a vivere». Con queste parole di Beppino Englaro si è concluso l’incontro con Mina Welby e Beppino Englaro organizzato venerdì dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti nell’ambito del Festival Laico Umanista. Mina Welby, raggiunta in questi giorni dalla notizia della chiusura delle indagini preliminari e ora indagata per aver accompagnato Davide Trentini in Svizzera, al fine di accedere all’assistenza alla morte volontaria, continuerà nel suo impegno «visto che in Italia ci sono persone che vogliono una morte dignitosa: è un fatto di dignità personale e in quanto tale non è giudicabile».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico